La pelle statunitense trova in un buon settembre i segni di ripresa dalle secche del Coronavirus. LHCA (Leather and Hide Council of America) ha diffuso i dati relativi all’export di materia prima conciaria nel periodo gennaio-settembre 2021. Su base annua, la performance segna +59% in volume e +72% in valore.
Un buon settembre
Secondo i dati elaborati da LHCA, da gennaio a settembre le aziende americane hanno esportato oltre 24,34 milioni di pelli fresche o sotto sale. Vale a dire il 59% in più rispetto ai 15,3 milioni del periodo gennaio-settembre 2020. Il fatturato estero è passato dai 419,5 milioni di dollari dell’anno scorso agli attuali 722,1 milioni. Il principale acquirente resta la Cina, con oltre 15,7 milioni di pelli (+46%), mentre l’Italia segna il -56% con 58.568 pelli importate contro le 132.178 di un anno fa. Si segnala il caso della Nigeria, che l’anno scorso in questi 9 mesi aveva acquistato appena 37 pelli e ora ne ha importate 4.008. Crescono anche Messico (+156%) e Giappone (+124%). L’Europa, considerata a 27 Paesi, scende del 37%.
Semilavorate
Positivo anche l’incremento di vendite di wet blue. Complessivamente gli Stati Uniti hanno esportato 3,3 milioni di pelli semi-lavorate (+60% su base annua). In termini di valore l’incremento è del 18%. Anche in questo caso la Cina è la destinazione principale della materia prima. L’Italia cresce del 30% in volume con 876.215 pelli acquistate. In volume l’incremento è del 20%. (art)
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