All’orizzonte c’è sempre l’EUDR, il regolamento europeo anti-Deforestazione la cui entrata in applicazione è slittata al 30 dicembre 2025. L’obiettivo resta la tracciabilità, valore al quale il mercato presta crescente attenzione già da prima che si muovesse Bruxelles. Ed è per questo che rappresentanti di UNIC – Concerie Italiane, con ICEC e Camera Arbitrale Pelli, sono stati in missione in Brasile e Paraguay. Per conoscere “le iniziative, pubbliche e private, di sviluppo della tracciabilità nelle concerie, nei macelli e negli allevamenti locali”, recita la circolare di UNIC. Nonché “per raccogliere sul campo dati e informazioni tecnico-commerciali sulla capacità di conformarsi ai severi requisiti del Regolamento EUDR”.
La missione in Brasile e Paraguay
La tappa in Brasile, che UNIC ha organizzato con CICB (l’associazione di riferimento della pelle verdeoro) è stata utile a registrare “il diffuso impegno per il tracciamento delle filiere (anche per i singoli animali)”. A proposito di EUDR, la delegazione italiana ha anche valutato “lo sviluppo e il miglioramento degli strumenti di supporto e garanzia, compresi quelli finalizzati alla valutazione del rischio deforestazione e illegalità socio-ambientale”. Allo stesso modo la visita in Paraguay, in sinergia con il locale ministero dell’Industria, è stata occasione per avere il polso della situazione di quanto accade in allevamenti, macelli e concerie. Proprio il titolare del Dicastero (in foto, in basso) ha presentata la Ley 7721, pubblicata a dicembre 2023, che prevede la tracciabilità obbligatoria degli animali bovini (attraverso il sistema di identificazione SIAP) e la creazione di una piattaforma pubblica centralizzata per la valutazione dei rischi EUDR.
Fatto e da farsi
“I progressi sono continui e prevale l’ottimismo”, recita il report di UNIC. Ma è certo che c’è ancora da lavorare e che entrambe le filiere, sia quella brasiliana che quella paraguayana, avrebbero bisogno di più tempo per essere perfettamente compliant con le richieste dell’EUDR. Intanto, è sicura la forza del legame tra la concia italiana e i due Paesi. L’Italia, oggi, è il terzo principale importatore mondiale di pelli brasiliane dopo Cina e USA: il Brasile è storicamente il nostro primo fornitore di pelli wet blue, con un’attuale incidenza pari al 31% in volume (e al 15% in valore) sul totale. Allo stesso tempo l’Italia è il primo importatore mondiale di pelli paraguaiane, con una quota in volume del 52% sul relativo export totale paraguaiano.
Leggi anche: