Nei primi quattro mesi del 2021 (circa) negli Stati Uniti le macellazioni sono aumentate dell’1% medio. Secondo le stime del Dipartimento per le Politiche Agricole (USDA), alla crescita dei bovini adulti fa da contraltare il drastico calo dei vitelli. LHCA, intanto, si impegna a usare tutte le pelli derivate dalle macellazioni. Come spiega il presidente Stephen Sothmann, allo stato corrente il 17% del sottoprodotto non è recuperato dal ciclo conciario, ma finisce in discarica.
Il trend
Le stime USDA, dicevamo, sono aggiornate alla terza settimana di aprile e fotografano un trend di leggera crescita. Alla voce “Cattle” il dato è di 10,3 milioni di capi di bestiame conferiti, in crescita dell’1,6% su base annua. Similmente, le macellazioni ovi-caprine sono aumentate dell’1,2% (600.000 capi), mentre sono in controtendenza i vitelli con il loro -24,1% (120.000 unità). Il trend si riflette nella produzione di carne, variata rispettivamente del +2,9%, +1% e -14,1%.
Usare tutte le pelli
“La filiera statunitense impiega l’83% della pelle derivante dalla zootecnia – dichiara Sothmann a leatherbiz.com –. Ora si impegna a garantire che il restante 17% non sia più incenerito o inviato in discarica, ma trasformato in un materiale per il fashion e il design”. L’impegno del settore, spiegano dall’associazione statunitense dei trader e dei conciatori, si inserisce nella natura sostenibile e circolare della pelle. “Il fast fashion comporta una montagna di vestiti buttati via ogni anno, molti a malapena indossati – aggiunge Sothmann –. Non è solo uno spreco di risorse e denaro, ma è anche altamente inquinante. L’industria della pelle è molto più sostenibile di quanto si creda. Non si macellano bovini per produrre la pelle americana: ricicliamo pelli che altrimenti andrebbero sprecate”.
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