Kingsbury and Associates insieme a Sirius Realty costruiranno il più grande impianto di lavorazione di carne bovina degli Stati Uniti. Lo stabilimento sorgerà nel South Dakota e prevede un investimento complessivo di 1,1 miliardi di dollari. Entrambe le società sono controllate da Megan Kingsbury, che rappresenta la quinta generazione di una famiglia statunitense di allevatori di bovini. Nel frattempo, un importante allevatore del Kansas ha trovato nelle nuove tecnologie il modo di creare recinti virtuali nei propri pascoli nei quali non poteva installare filo spinato.
Maximacello in South Dakota
Negli Stati Uniti sorgerà uno stabilimento capace di lavorare 8.000 capi di bestiame al giorno. Lo riporta reuters.com, evidenziando che si tratterà del maggiore impianto di lavorazione del Paese. La costruzione dell’impianto avverrà nel South Dakota, richiederà un investimento di 1,1 miliardi di dollari e 3 anni di lavori. La costruzione inizierà nel 2023 e dovrebbe arrivare a conclusione nel 2026. Il nuovo stabilimento avrà una capacità di lavorazione superiore di 1.000 capi rispetto a quella dell’attuale più grande macello degli Stati Uniti, proprietà di Tyson Foods, localizzato anch’esso in South Dakota.
Tecnorecinti in Kansas
Trenta miglia di filo spinato. Tanto dovrebbe acquistarne Flint Hills per chiudere il perimetro dei suoi pascoli nel Kansas. Una spesa improponibile, a cui deve aggiungere l’impossibilità di recintare una parte dei terreni perché, per esempio, vi scorre un ruscello. Come fare? La soluzione sta nelle nuove tecnologie. L’allevatore, come riporta aplf.com, è arrivato a creare dei tecnorecinti virtuali usando la tecnologia GPS. Il sistema limita il pascolo del bestiame solamente in alcune aree del suo ranch. Concretamente, si tratta di una mappa virtuale di 15.000 acri dove ha impostato i confini dei pascoli. I collari con GPS dei bovini emettono suoni che crescono di intensità quando l’animale gli arriva vicino. Qualora attraversi il confine, partirà un leggero avvertimento elettrico. Questo sistema dovrebbe scoraggiare i bovini dal pascolare in aree interdette, evitando anche i danni da filo spinato al loro pellame.
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