Le pelli europee di vitello non sono mai costate così tanto. Gli aumenti, costanti a partire da maggio 2009, sono decollati dall’inizio del 2012 per ragioni riconducibili al calo dei consumi continentali, tra crisi e attacchi di animalisti e nemici della carne rossa, e all’ingresso delle grandi firme nel mercato del grezzo, dopo le acquisizioni di concerie condotte da Hermès, Lvmh e Chanel. L’analisi condotta da Unic mostra un andamento similare dei prezzi delle origini Francia, Olanda e Italia durante il ciclo di crescita da inizio 2012 a fine 2013, ma con importanti differenze. Le francesi hanno concentrato la maggior parte degli aumenti nell’arco di 6 mesi, fra inizio e metà 2013, in cui sono cresciute del 33% a fronte del 51% totale: in quel momento le griffe, temendo lo shortage, accumularono scorte pagando prezzi eccessivi e facendo il gioco del venditore. Le pelli olandesi sono cresciute costantemente nei due anni, con un rincaro complessivo del 70%. Le pelli italiane, meno costose rispetto a francesi e olandesi, mostrano a fine 2013 un +37% rispetto a inizio 2012. A partire dallo scorso autunno, precisa Unic, i corsi sono entrati in una fase di stabilità, con qualche cedimento nel mese di marzo, limitato però alle scelte inferiori. (ag)
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