Il rilancio della filiera carne/pelle dello Zimbabwe passerà da mani inglesi e olandesi. La compagnia britannica Boustead Beef, infatti, ha annunciato il proprio ingresso nella gestione di Cold Storage Company (CSC), azienda locale parzialmente controllata dallo Stato che, fino a circa 20 anni fa rappresentava il maggior player nazionale del settore e uno dei più grandi dell’intera Africa. Per varie difficoltà, però, chiuse i battenti. Ora i suoi stabilimenti sarebbero pronti a ripartire grazie a un importante investimento da parte di Boustead Beef che ha avuto in gestione l’azienda per 25 anni e, oltre a mettere di tasca propria oltre 100 milioni di dollari, dovrebbe usufruire di un cospicuo sostegno pubblico: 400 milioni di dollari spalmati su 3 o 4 anni. Se, da un lato, la riapertura costringe a revisionare i macchinari (e, come ha spiegato il direttore generale di Boustead Beef Nick Havercroft a una radio locale, “sostituire tutti i tubi per la cella frigorifera”), dall’altro l’impegno per il rilancio dell’industria e la sua espansione passa anche dalla formazione degli allevatori locali. Secondo quanto riporta il quotidiano online chronicle.co.zw, attraverso PUM (organizzazione di volontariato per lo sviluppo sostenibile) l’azienda avrebbe ingaggiato tecnici provenienti dall’Olanda per insegnare le migliori tecniche di allevamento ai produttori locali. Isaiah Machingura, dirigente di CSC Boustead Beef Zimbabwe, ha spiegato che gli esperti “ci assisteranno nella lavorazione del pellame in un processo integrato con gli allevatori di bestiame, compresi quelli più piccoli”, ai quali saranno illustrate “le migliori tecniche di zootecnia per produrre pellame di buona qualità“. Parallelamente, il nuovo management della partecipata africana starebbe anche lavorando al rilancio di Wetblue Industries, conceria legata alla compagnia di macellazione, finita in guai giudiziari dopo il collasso di CSC.
A sinistra, nell’immagine, foto tratta da africametro.com
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