Il tacco non c’è più. L’emblema (almeno un tempo) dell’eleganza femminile è sparito. Non è più obbligatorio in passerella: nemmeno in una sfilata dell’haute couture. Troppo scomodo? Figuriamoci! È una scelta concettuale: la sua assenza è il simbolo della donna che si libera da una schiavitù.
Le scelte di Dior
È il messaggio lanciato da Maria Grazia Chiuri per la sfilata Dior. La designer ha fatto indossare alle modelle scarpe senza tacco, come sandali e mules, così da dare loro “un fascino couture che libera anche il movimento in modo da poter essere in contatto con la natura“, è la spiegazione riportata da AFP. Dior a Parigi ha proposto scarpe talmente flat che l’ultima modella in passerella indossava un sandalo dal fondo nero che fascia la gamba come una sensuale calza a rete.
Quelle di Chanel
Anche Chanel ha fatto una scelta simile, anche se non così radicale. La direttrice creativa Virginie Viard ha trasformato la famosa sede del Grand Palais in una biblioteca. Le modelle hanno interpretato sexy bibliotecarie con ai piedi scarpe flat o dal tacco basso. Del resto, non è consigliabile camminare con tacchi a spillo su pavimenti di legno di una biblioteca antica.
Il dilemma
Che sia una scelta politica o dettata dall’idea di comodità, quella di togliere i tacchi è una tendenza moda che non fa fare salti di gioia alla calzatura italiana, già messa a dura prova dal dominio della sneaker. Sembrano lontani i tempi in cui Cesare Paciotti, il re dello stiletto, affermava: “Se guardo una donna camminare sui tacchi e una senza, mi viene quasi da pensare che i tacchi siano una dimenticanza di Dio a cui gli stilisti hanno rimediato restituendo alla gamba della donna l’eleganza che le è propria”. E poi guai a parlargli di tacco 70 (“Le scarpe sembrano sedute e non slanciate”) o 80 (“Qualche anno fa era il top, ora sembra un tacco segato”), deve essere 100 o 120 e avvicinare la donna al cielo, conferendole anche un’aria di sicurezza e di sensuale aggressività. Chi ha ragione? (mv)
Foto da dior.com e chanel.com