“Non si è conservatori se ci si veste bene”. Sul formale, che da mesi vive un importante ritorno nell’alta moda, Giorgio Armani (in foto) rimette i puntini sulle i. I canoni dell’eleganza a lungo hanno subito l’influenza dello sportswear e del casual. Ma ora si stanno ridefinendo le priorità. “L’uomo della finanza non può andare con un cappotto di finta tigre”, afferma Re Giorgio a margine della Milano Fashion Week. Armani si è dunque mostrato un fervido sostenitore del ritorno al formale, all’elegante, all’essere “vestito bene”. Una tendenza che si è vista anche a Pitti Uomo.
“No alla camiciaccia”
“A me non piace vedere uno con la camiciaccia andare a una riunione importante dove, per esempio, si decide il futuro del prezzo della benzina”. Chissà quale manager o politico ha visto Armani. Di certo sul formale non ha dubbi: a suo dire l’uomo deve avere un abito per ogni occasione. “Deve avere un look preciso, anche se con una forma nuova, che rassicura”. Quindi no alle sneaker, no alla stravaganza, ma abiti impeccabili e contemporanei. D’altronde “non si è conservatori se ci si veste bene,” fa notare il maestro. Lo riporta La Stampa.
Il ritorno del formale anche nelle vendite?
Anche a Pitti Uomo si è parlato molto del ritorno al formale. Di un uomo (ma anche di una donna) che dopo anni di homewear e di tute, vuole tornare a vestirsi bene. Ciò non vuol dire tornare al passato. Vuol dire indossare abiti e accessori classici e contemporanei. E anche il mondo sneaker si adegua. Con modelli più minimali e basic dove regna la semplicità. Così come ha detto a La Conceria Pasquale Morgese di Mofra e ci hanno segnalato gli espositori a Pitti Uomo di Firenze appena archiviato. Ora bisognerà capire quanto questa tendenza al formale verrà tradotta in numeri, nelle vendite e nel fatturato. O se ancora le vendite di felpe e sneaker, per dirla tutta, restano di gran lunga superiori a giacche e oxford. (mv)
Foto dai social Emporio Armani
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