Si è svolta ieri l’assemblea annuale di CNMI, la Camera Nazionale della Moda Italiana. Come da prassi, confermati consiglio direttivo e presidenza, affidata da un anno a Carlo Capasa (nella foto), ex amministratore delegato di Costume National. Capasa, nella sua relazione, ha messo in evidenza alcuni punti nevralgici, a partire da un costante richiamo all’unione della filiera in relazione alla sostenibilità, alla gestione di sfilate ed eventi fieristici, alla valorizzazione dei giovani designer. “Ogni decisione è e sarà frutto di una riflessione collettiva” ha ribadito il presidente CNMI, portando a esempio la possibilità che dal 2017 “tutte le fiere del prodotto finito, a partire da theMicam e Mipel, rientrino in un progetto di allineamento con la fashion week donna”. Nel pieno della discussione sulla validità del sistema delle sfilate, Capasa ha confermato il modello delle 4 uscite annuali, 2 per la moda maschile e 2 per la femminile, spiegando che “la convinzione di mantenere divise le occasioni di presentazione delle collezioni maschili e femminili è condivisa da tutte le fashion week più importanti al mondo”. Quindi, da Parigi, New York e Londra, l’anno prossimo non dovrebbero arrivare sorprese organizzative. Capitolo “scouting giovani stilisti”: “Con Unicredit Banca abbiamo creato un progetto che supporta l’avvio delle attività dei giovani. Come Camera, sosteniamo gli emergenti, offrendo spazi per sfilare e promuovere la loro presenza internazionale. Vorremmo trovare un hub, un luogo fisico dove possano incontrarsi e organizzare summit». Altra iniziativa: Milano Moda Graduate, il 28 e 29 giugno. La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, è finalizzata a promuovere la creatività dei più talentuosi studenti delle scuole di moda italiana: attenzione particolare alla pelle grazie a una collaborazione con Lineapelle. Infine, ma non ultima, la sostenibilità. Capasa insiste particolarmente sul tema e ha ricordato che “CNMI si è posta l’obiettivo che la sostenibilità sia riconosciuta nel mondo come un vero patrimonio dei brand italiani” e che il perseguimento di questo scopo “è stato reso possibile dai risultati del Tavolo di Lavoro attorno a cui si sono riuniti i più importanti brand, oltre alle associazioni di filiera: UNIC, Sistema Moda Italia, Federchimica, Associazione Tessile e Salute, Altagamma”.
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