Bilanci di filiera in crescita. I casi della varesina Vibram (produttore di fondi), della marchigiana B.a.g. (più nota col marchio calzaturiero NeroGiardini) e della toscana Il Bisonte (brand della pelletteria). Tutte e tre hanno incrementato il fatturato nel 2022 e prevedono un 2023 positivo, nonostante dimensioni e settori differenti. Così come sono diverse le strategie di sviluppo sulle quali puntano le tre imprese.
Bilanci di filiera in crescita: il record di Vibram
Nel 2022 Vibram ha toccato il suo record produttivo (45 milioni di paia) e di giro di affari, arrivato a circa 320 milioni di euro, +50% rispetto al 2021. Paolo Manuzzi, global general manager dell’azienda fondata nel 1937 da Vitale Bramani, spiega a Il Sole 24 Ore come parte della crescita sia da attribuire all’aumento dei prezzi di vendita e al superdollaro. Ma anche ad un aumento dei volumi di produzione in tutto il mondo. Aumento che ha spesso costretto l’azienda a inserire il terzo turno in fabbrica per poter soddisfare le richieste. Vibram, società controllata dai discendenti del fondatore, occupa 820 persone (280 in Italia). Per Manuzzi “il mercato è positivo, anche se forse meno dinamico del passato recente”. Intanto, la produzione è satura “almeno fino a maggio”. Tra le strategie di crescita l’attivazione in Italia della produzione della suola completa attraverso una partnership con un suolificio veneto. E l’espansione della linea delle calzature complete per raddoppiare i 18 milioni di ricavi del 2022.
La risalita di NeroGiardini
NeroGiardini ha chiuso il 2022 a quota 120 milioni di euro. E prevede di sfiorare i 150 milioni nel 2023, con una crescita del 20%. Il brand è nel percorso di risalita verso i 228 milioni di euro toccati nel 2011. La quota export attuale è del 35%. I mercati di riferimento sono Europa, Stati Uniti e Canada. L’azienda, con quartiere generale a Monte San Pietrangeli (Fermo), impiega circa 1.600 persone tra dipendenti diretti e indotto. Tra le strategie di crescita, scrive Il Sole 24 Ore, anche l’attività online rivolta al consumatore finale.
Il made in Tuscany di Il Bisonte
Il Bisonte ha archiviato il 2022 a quota 71 milioni di euro, +2% sul 2021. E prevede di crescere del 6% quest’anno, arrivando a 75 milioni di euro. “Non abbiamo mai fallito i nostri obiettivi finanziari. Siamo riusciti a mantenere intatta la nostra posizione finanziaria”, ha dichiarato a WWD Luigi Ceccon, CEO de Il Bisonte. Il marchio è controllato dal 2019 dai giapponesi di Look Holdings. Una delle priorità intoccabili dell’impresa è la produzione made in Toscana. Ceccon ha sottolineato che l’etica del made in Tuscany è stata ulteriormente rafforzata per garantire la continuità alle piccole e medie realtà locali che collaborano col marchio. (mv)
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