Carlo Capasa tira un sospiro di sollievo. Il presidente della Camera Nazionale della Moda (CNMI) può riconoscere che il 2019 per il fashion nostrano si è rivelato migliore del previsto. “L’export del terzo trimestre e dei primi nove mesi nel complesso – le sue parole riprese dal Sole 24 Ore – ha portato in positivo anche l’andamento complessivo”. Tradotto in altri termini? “Possiamo rivedere verso l’alto le previsioni del 2019 – continua –: passiamo da un leggero segno negativo a un segno positivo: +01% per la moda, +0,3% se si comprendono gioielli e cosmesi. In valore, arriveremo a oltre 67 miliardi”. Un 2019 migliore del previsto, come detto.
Merito dell’export
Se il settore è in salute lo deve al suo apprezzamento sui mercati internazionali. “Il traino e l’importanza dell’export è evidente – afferma Capasa –: per il settore la crescita è del 5% a 54 miliardi”. Nei nove mesi del 2019 il fashion italiano cresce su tutti i principali Paesi di sbocco. In Giappone segna il +10,8%, in Corea del Sud il +15,7%, negli Stati Uniti il +7,8%, in Francia il +5,5% e in Cina il +5,2%.
Un 2019 migliore del previsto
La comunicazione dei dati da parte di CNMI arriva in concomitanza dell’annuncio della prossima Fashion Week. A Milano il 10-14 gennaio sfileranno 77 collezioni: i brand sveleranno le collezioni Autunno-Inverno 20-21. Nel complesso di 100 tra sfilate, eventi e presentazioni, si segnala anche la collaborazione con British Fashion Council per i London Showrooms, dove faranno il LORO esordio 15 designer emergenti.
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