Che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) aiuti la manifattura moda in maniera diretta. Perché, altrimenti, si rischia che la crisi scatenata dal coronavirus tramortisca un pilastro dell’economia italiana. Carlo Capasa, presidente CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana), si aspetta che il braccio finanziario del MiSE intervenga in soccorso delle piccole e medie imprese, come fatto per le grandi. “Ho chiesto a CDP di pensare a uno strumento specifico per aiutare le aziende anche con fatturati inferiori ai 50 milioni di euro – spiega a Il Corriere della Sera –. Perché il nostro sistema è fatto soprattutto di piccole e medie imprese”.
Aiuti la manifattura moda
Il sostegno di CDP, chiarisce Capasa, serve a “non svalutare ciò che abbiamo”. In che senso? “In un Paese normale si protegge la propria industria strategica – risponde –, che in Italia è la manifattura ed è sicuramente la moda”. La finanza, la pubblica come la privata, ricopre un ruolo rilevante nelle dinamiche di consolidamento industriale: nella formazione delle holding, ad esempio. Di solito si addebita alla scarsa lungimiranza dei patron la circostanza che in Italia non si siano formati grandi gruppi del lusso. Ma “non sono gli imprenditori che creano i poli – ribatte Capasa –, bensì la finanza, come è accaduto in Francia. La finanza deve avere la lucidità di non perdere le occasioni”.
La rappresentanza di sistema
Proprio nell’ottica del rafforzamento del fashion system italiano, d’altronde, va letta la recente partnership tra CNMI e Altagamma: “Così garantiamo un maggior coordinamento tra le due associazioni – commentava il presidente Matteo Lunelli –, ma anche il potenziamento della nostra rappresentatività istituzionale e la nostra capacità di fare sistema”. Nella stessa direzione va l’intesa dimostrata negli ultimi mesi da CNMI e Confindustria Moda. Al punto che l’ex presidente, Claudio Marenzi, aveva anche auspicato la fusione dei due soggetti in uno più ampio.
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