“In un mondo che si è livellato digitalmente, l’artigianato made in Italy può fare la differenza”. Parola di David Clementoni, fondatore di Italian Artisan, società che ha come obiettivo quello di creare valore agevolando l’incontro tra brand, retailer e designer stranieri con produttori italiani. E di offrire un percorso di crescita internazionale alle PMI italiane della moda. Parole chiave? Visione di medio/lungo termine, fiducia, collaborazione, ‘filiere familiari’. In sintesi, come ci spiega Clementoni (a destra nella foto) in questa intervista, il servizio è diventato la vera esperienza (vincente).
Italian Artisan oggi
Qual è l’attuale realtà di Italian Artisan?
La community di Italian Artisan è formata da oltre 450 aziende produttrici e più di 2.500 brand che hanno sede in 30 Paesi del mondo. Numeri che sono in crescita, così come quello dei nostri collaboratori, con i quali abbiamo creato un network capillare.
Com’è cambiato il rapporto tra brand e produttore con la pandemia?
Il produttore è stato costretto ad accelerare la digitalizzazione per allinearsi alle richieste del brand e questo ha portato ad un livellamento digitale. Il brand cerca sempre di più un partner di fiducia. Quando viene in Italia, la qualità è data per scontata e chiede una collaborazione sostenibile al suo produttore. Vuole un servizio, una partnership di medio lungo termine.
Il servizio è la vera l’esperienza
Anche l’esperienza di un designer o brand che vengono a produrre in Italia è cambiata…
Sì, perché non può più viaggiare, per cui l’esperienza è il servizio. L’equazione è: no servizio = no business. Dobbiamo essere bravi a trasferire online parte di quell’esperienza che prima il brand aveva fisicamente viaggiando in Italia.
Quali sono le principali cause di insoddisfazione che portano i brand a rivolgersi a Italian Artisan?
Qualità di prodotto insoddisfacente. Poca attenzione al cliente e scarsa assistenza. Troppa distanza tra le filiere e rapporti poco trasparenti con il produttore. Non solo. Per esempio, l’etica e la sicurezza sui luoghi di lavoro rappresentano un valore aggiunto che abbiamo in Italia rispetto all’estero, ma di cui spesso ci dimentichiamo.
Digitali artigianali
Quali prospettive per l’artigianato italiano?
Una volta allineati digitalmente a livello globale, i valori del made in Italy, il nostro modello tradizionale e l’esperienza faranno la differenza.
Oltre alla digitalizzazione, un altro cambiamento in progress riguarda la sostenibilità…
Sì, ma non solo quella del materiale o del prodotto. È ora di parlare di sostenibilità del business, dell’azienda, della filiera, del territorio. Produrre in Italia vuol dire, per esempio, produrre eticamente, a livello artigianale e a km zero.
E se il produttore italiano non è pronto o preparato?
Italian Artisan ha creato percorsi di crescita per aiutare le PMI ad avere un approccio globale, tramite un approccio digitale e formativo.
Made in Italy, I love you
È sempre forte la richiesta di made in Italy?
Sì. Noi mostriamo al brand cosa vuol dire produrre nelle aziende familiari dei distretti italiani ed avere accesso ad anni di tradizione manifatturiera. Un’esperienza che va al di là del confezionare una scarpa o una borsa. È un rapporto di collaborazione e di fiducia che supera il pregiudizio stereotipato dell’italianità, supera il confronto dei costi e, in diversi casi, ha portato al reshoring.
Quali prospettive per Italian Artisan?
Abbiamo capito la forza della fiducia (lo ribadisco), della visione a medio/lungo termine e della collaborazione tra aziende. Abbiamo compreso il metodo per aggregare i ‘piccoli’ che, se uniti, risultano essere ‘grandi’ in un mercato internazionale così vasto. E abbiamo capito che dobbiamo portare online il valore del legame tra azienda e territorio. Ci stiamo preparando per un ulteriore salto di qualità a livello tecnologico e di team. E abbiamo aperto le porte a investitori istituzionali per affrontare questo salto. We’ll make it happen, let’s rock made in Italy! (mv)
Leggi anche: