Adesso testa alla Fashion Week di Milano. Dopo, sarà tempo di dialogare con il premier Mario Draghi. Perché Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) ha intenzione di presentare un piano ad hoc in quattro punti. Soprattutto, spiega il suo presidente Carlo Capasa, ha intenzione di chiedere al governo, innanzitutto, di aiutare il settore a “stare in piedi” e, in seconda battuta, a investire nel proprio ammodernamento.
Stare in piedi
“Finita la fashion week – dice Capasa a MFF –, presenteremo al governo un piano per la moda in quattro punti: sostenibilità, digitale, formazione ed export”. Ma il programma di investimenti si inserisce in un panorama dove le priorità sono due: “Consentire alle aziende di stare in piedi per non perdere quelle professionalità – continua –, cioè aiutarle su quanto perderanno tra il 2020 e 2021 attraverso delle misure di ristoro. La seconda è che bisogna cercare di aiutarle a crescere per favorire le aggregazioni e favorire anche per loro lo sviluppo interno in termini digitali e sostenibili”.
Le necessità precise
La moda ha bisogno di un trattamento a parte, perché ha caratteristiche molto peculiari, a iniziare dal panorama di pochi grandi brand committenti per un’ampia e profonda rete di piccole e medie imprese. “Bisogna partire dal considerare la moda come un’industria strategica – afferma Capasa –, ricordando che è la seconda industria italiana e che nel 2019 faceva più di 100 miliardi e ne esportava più di 75. Noi siamo considerati nel mondo i maggiori produttori di eccellenza, tant’è vero che il 70% dei prodotti di eccellenza vengono fatti in Italia”. È un tesoro da non disperdere: “Il nostro problema oggi è: primo, superare la pandemia, e, in seconda istanza, come fare a mantenere, o piuttosto, ad accrescere questa competitività – conclude –, per non fare quell’errore fatto negli anni passati. Ricordiamo la tecnologia e la Olivetti”.
Nella foto Imagoeconomica, il premier Mario Draghi
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