Confindustria Centro Adriatico è appena nata, ma mette formazione e Made In tra le priorità

Formazione e Made In al centro degli interventi di Claudio Marenzi (presidente Confindustria Moda, nella foto) e di Vincenzo Boccia (presidente di Confindustria) nella prima assemblea pubblica di ieri della neonata Confindustria Centro Adriatico, nata dalla fusione tra Fermo e Ascoli Piceno. “La formazione sarà importante per mantenere la capacità produttiva della moda in Italia, Paese dove, nonostante gli appelli di Macron, i giganti francesi del lusso stanno comprando imprese. Da qui al 2021 ci saranno 47.000 nuovi posti di lavoro nel settore moda, le scuole ne coprono solo 10.000”. Marenzi ha ricordato come l’Italia sia leader della manifattura moda in Europa, pesando per il 35% del valore, rispetto al 17% della Germania e all’11% della Francia, definito “Paese partner che non può fare a meno dell’Italia e del made in Italy”. Sulla annosa questione dell’etichettatura obbligatoria “l’Italia non deve subire, ma essere protagonista. Non deve gridare, ma costruire alleanze” ha detto Boccia, mentre Marenzi ha aggiunto: “La lotta dell’Italia va fatta a Bruxelles, con competenza e senza editti. La Reguzzoni-Versace è stata un salto indietro. Se ci vogliamo imporre, non porteremo il risultato a casa. Bisogna negoziare, con unità nazionale”. A margine del convegno, Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici, ha valutato con favore la dichiarazione del ministro del Lavoro Luigi Di Maio all’assemblea di Confcommercio sull’opportunità di non aumentare l’IVA: “Ho incontrato sia lui che Salvini prima delle elezioni e avevano un programma molto corposo. Diamogli tempo”. (mv)

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