Sarebbero 100.000 i lavoratori in Cassa Integrazione in Toscana. Un numero che rende l’idea della portata della crisi del settore moda. Per fronteggiarla, il governo ha previsto uno stanziamento di oltre 110 milioni di euro. 73,6 milioni nel 2024 e 36,8 nel 2025. Un impegno e degli strumenti insufficienti secondo le associazioni che rappresentano il comparto moda. Soprattutto per le piccole imprese, le più vulnerabili, che devono essere accompagnate fino alla ripresa del mercato.
Strumenti insufficienti
Un primo provvedimento-tampone deciso dal governo è stata l’estensione della Cassa Integrazione in deroga prevista per le aziende della filiera della moda che occupano fino a 15 addetti per un periodo massimo di 12 settimane, fruibili fino al 31 gennaio 2025. Complessivamente, secondo il dato fornito da Confindustria Accessori Moda, le risorse per questo strumento ammontano a 73,6 milioni di euro. Il Sole 24 Ore scrive di 30.000 potenziali fruitori stimati. Così come, solo in Toscana, ci sarebbero circa 100.000 persone in CIG. “Le imprese fino a 15 dipendenti non sono tante nel mondo industriale che rappresentiamo. Ma fanno parte della filiera produttiva dei nostri associati: una catena del valore che va sostenuta e che non può disgregarsi” commenta Giovanna Ceolini, presidente Confindustria Accessori Moda.
Così non basta
Ma, per il momento, l’estensione della CIG in deroga rappresenta l’unica delle tre misure promesse dal ministro del MIMIT, Adolfo Urso, al Tavolo della Moda del 6 agosto. Una misura che appare insufficiente visto che terminerà con il mese di gennaio, mentre la ripresa del mercato è prevista arrivare non prima del secondo semestre 2025. Un’altra misura di sostegno è stata attuata solo in parte. È la moratoria per i prestiti con cui le PMI hanno fronteggiato il periodo Covid, ma solo per i prestiti garantiti da Simest. Una terza non è stata accolta. Ed è quella sulla questione (sempre irrisolta) del credito di imposta. (mv)
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