Costi che lievitano. Tempi di trasporto che si allungano. Timori che crescono. Confindustria Moda esprime “forti preoccupazioni per le ricadute della crisi del Mar Rosso, dove transita un terzo delle importazioni della filiera moda italiana. È troppo presto per avere dati sulle conseguenze che dovranno affrontare le piccole e medie imprese che noi rappresentiamo – commenta il presidente Annarita Pilotti -. Aziende che stanno cercando di capire come agire e reagire“. I timori sono anche rappresentati dal possibile rincaro dei costi di gas ed energia elettrica e dalla possibilità di una ripartenza dell’inflazione.
Crisi del Mar Rosso
Per evidenziare la Crisi del Mar Rosso parlano i numeri. Per la tratta Shanghai-Genova, i noli per un container da 40 piedi sono quasi triplicati, passando da 1.373 a 5.213 dollari. Se invece da Shanghai, il container viene spedito a Rotterdam, il nolo è passato da 1.171 a 4.406 dollari. Secondo Confindustria Moda, per il Mar Rosso transita quasi il 16% delle importazioni italiane di beni in valore e un terzo dell’import della filiera moda. Anche l’export, però, è un problema. Secondo alcuni report citati da Confindustria Moda, il costo di spedizione per un container da Napoli, Genova e Trieste verso Shanghai è cresciuto del 231% rispetto ai primi di gennaio. L’impatto degli attacchi Houthi alle navi in transito si fa sentire anche su altre voci. I viaggi si allungano minimo di 15 giorni, con un maggior costo in termini di carburante e polizze assicurative. Da inizio anno il prezzo del petrolio Brent segna il +3,04%, e va di concerto con quello del gas sulla Borsa di Amsterdam.
Brutti ricordi
“La vicenda ci fa tornare in mente la fase post Covid, nel 2021, segnata dalle strozzature nella logistica e dal rincaro dei costi di gas ed energia elettrica” fa notare Pilotti. La federazione si dice “pronta ad agire con le istituzioni per tutelare le aziende”. Tutto ciò, in attesa delle fiere internazionali della filiera moda che si svolgeranno a Milano nel prossimo mese. Fiere che, per Pilotti, rappresentano “un momento unico e di grande spinta: uno strumento di politica industriale per il nostro Paese, indispensabile alle aziende per internazionalizzarsi”. (mv)
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