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Crisi = opportunità è l’equazione vincente che si adatta perfettamente alla realtà del Gruppo Nanni, fondato nel 1955 a Porto Sant’Elpidio (Fermo) e attivo nel settore degli accessori moda. Nonostante la pandemia abbia provocato un rallentamento del business, l’azienda ha accelerato il passo su percorsi già intrapresi. Non solo: ha messo in atto nuove strategie sotto la spinta della terza generazione della famiglia Marini. Comunicazione (anche attraverso i social), sostenibilità e personalizzazione dei prodotti sono le parole chiave di un’azienda già proiettata verso il futuro. Di tutto ciò ci parla, in questa intervista, l’amministratore unico Paolo Marini.
L’equazione vincente del Gruppo Nanni
Com’era la situazione prima di Covid-19?
L’accessorio è molto legato alle tendenze moda. Dal 2016 al 2018 abbiamo registrato una buona crescita. Poi, con l’arrivo della pandemia e di articoli più basici e minimali, abbiamo osservato una riduzione delle vendite. Ma siamo abituati per natura alla ciclicità delle tendenze moda.
Come avete reagito?
Non siamo rimasti ad aspettare che la tempesta finisse. Abbiamo introdotto una linea di prodotti per la sicurezza e la sanificazione. Abbiamo spinto sull’acceleratore per il tema della sostenibilità: è la nuova frontiera e diventerà sempre più importante. Lo vediamo giorno dopo giorno.
Investimenti e ricerca
Cosa ha comportato questa accelerazione?
Investimenti nella ricerca per poter offrire prodotti certificati e tecnicamente validi. Siamo consapevoli che raggiungere una vera e completa sostenibilità sia un obiettivo di lungo periodo. Ma sappiamo anche che rappresenta una svolta irreversibile. E abbiamo adeguato la nostra offerta di prodotti.
In che modo?
Potremmo suddividere l’offerta in tre categorie. Prodotti biodegradabili, come i lacci in fibra di cellulosa e certificata e una serie di componenti realizzata in materiali naturali come canapa, paglia e legno. Prodotti biologici e riciclati come lacci e coulisse in fibre naturali al 100% (cotone biologico certificato, ad esempio) e gros-grain in PET riciclato e stringhe in cotone riciclato post-consumo. Infine, accessori upcycling come fibbie e puntali in nylon riciclato o realizzati con gli scarti di lavorazione del legno
Passato, presente e futuro
Prospettive per il 2021?
Abbiamo alcuni obiettivi di medio termine. Oltre che sui prodotti, abbiamo investito nel campionario e nella collezione, nella comunicazione (canali social compresi) e nella personalizzazione dei vari prodotti. Cambiamenti sostenuti dall’ingresso in azienda delle giovani generazioni.
Qual è la storia di Gruppo Nanni?
L’azienda è stata fondata da mio padre Giovanni (da qui il nome Nanni). Poi, negli anni, si è trasformata, grazie anche alla presenza a Linepelle, specializzandosi sempre più. Ha sviluppato l’export e puntato sulla qualità dei prodotti. Da qualche anno sono entrati in azienda due figli: Eleonora (27 anni) e Francesco (34 anni) che hanno portato una ventata di freschezza e dinamicità. (mv)
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