Filiera pelle, i numeri della crisi: -8,1%, -4.800, -330, +139,4%

Filiera pelle, i numeri della crisi: -8,1%, -4.800, -330, +139,4%

Il bilancio della crisi nella filiera pelle: da gennaio a settembre perse 330 imprese e 4.800 posti di lavoro. Tranne la Cassa Integrazione, tutti i numeri sono in negativo. Per Confindustria Accessori Moda il 2024 si chiuderà con un calo del fatturato dell’8,1%. “Con il giusto sostegno, possiamo superare anche questa fase e continuare a promuovere l’eccellenza del Made in Italy” afferma, fiduciosa, la presidente Giovanna Ceolini.

I numeri della crisi

Nel terzo trimestre del 2024, il fatturato dei quattro settori rappresentati da Confindustria Moda (calzatura, pelletteria, concia, pellicceria) ha registrato una flessione del 9%. Il quarto trimestre dovrebbe andare meglio. Per cui le proiezioni per il 2024 indicano un calo dei ricavi dell’8,1% rispetto al 2023, con un fatturato globale di 30,1 miliardi di euro. Nei primi 9 mesi del 2024, l’export ha subito una contrazione dell’8,5%, per un valore che si è ridotto a 16,7 miliardi di euro. Con i prezzi in aumento, ben più marcata è la riduzione dei volumi e, quindi, della produzione. L’indice ISTAT della produzione industriale per la fabbricazione di articoli in pelle e simili ha registrato una flessione a doppia cifra per ogni mese del 2024, tranne agosto. Ma già a settembre si è ripiombati al -19,6% rispetto all’analogo mese del 2023.

 

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4.800 posti di lavoro

Il calo della produzione si riflette sull’occupazione. Secondo i dati dei primi 9 mesi del 2024, elaborati su fonte Infocamere-Movimpresesono andati in fumo circa 4.800 posti di lavoro (-3,3%). Mentre il numero delle imprese attive si è ridotto del 3,2%, ovvero 330 imprese in meno. Cresce anche l’utilizzo degli ammortizzatori sociali: nel terzo trimestre del 2024 oltre un’impresa su 3 ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione. Secondo i dati INPS sono state autorizzate 26 milioni di ore di CIG: +139,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Le sfide della filiera pelle

Per Confindustria Moda Accessori le principali sfide da affrontare sono tre. Primo: l’adeguamento alle nuove direttive europee in materia di economia circolare e sostenibilità ambientale. Secondo: la formazione e il miglioramento delle competenze richieste. Terzo: l’internazionalizzazione. “Anche il 2024 è stato un anno difficile per le nostre imprese e la situazione economica non mostra importanti segnali di miglioramento immediato” commenta Giovanna Ceolini. Dopo aver apprezzato la proroga della CIG concessa dal governo, la presidente chiede “anche una revisione delle scadenze dei finanziamenti ricevuti durante la crisi Covid, per dare respiro a chi sta lottando per non chiudere. Con il giusto sostegno, possiamo superare anche questa fase e continuare a promuovere l’eccellenza del Made in Italy”. (mv)

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