Fosun è l’alternativa cinese ai big francesi del lusso? Il gruppo cinese non vuole parlare di concorrenza a LVMH e Kering: “Fosun non vuole misurarsi con loro o con la loro posizione. Siamo da tre anni sul mercato. Siamo ancora molto giovani” ha risposto Joann Cheng, presidente Fosun Fashion Group (FFG) a Fashion Network. Intanto, però, il gruppo cresce ed è pronto a nuove acquisizioni.
Non vuole parlare di concorrenza a Kering e LVMH
“Abbiamo molto rispetto per Kering e LVMH. Fosun non vuole misurarsi con loro o con la loro posizione sul mercato – sono le parole di Cheng –. Il nostro driver principale di crescita è il mercato interno dei rispettivi marchi e il loro heritage. Ma abbiamo anche una seconda leva di crescita: il mercato cinese, il cui potenziale è esponenziale. Vorremmo sviluppare la presenza digitale dei nostri brand, in particolare attraverso le trasmissioni in diretta delle sfilate su Internet”.
Il percorso di Fosun
Fondato nel 1992 da cinque laureati dell’università di Fudan, il gruppo Fosun è quotato alla Borsa di Hong Kong dal 2007. Nel 2018 ha fatturato 14,07 miliardi di euro con un utile di 1,72 miliardi di euro. Fosun possiede la squadra di calcio del Wolverhampton, più del 90% di Club Med, quasi il 18% della birra Tsingtao e diversi grattacieli a Manhattan. È proprietario dell’ex sede di Unicredit di piazza Cordusio a Milano: edificio ribattezzato The Medelan e dove sono in corso interventi di ristrutturazione
La moda
Nel 2018 Fosun ha creato Fosun Fashion Group. La divisione è nata dopo l’esborso di 100 milioni di euro per comprare Lanvin. Nel portafoglio, oltre il prestigioso brand francese, Fosun detiene Wolford, famoso marchio di biancheria intima d’alta gamma. Non solo, anche una quota di maggioranza di Caruso, marchio italiano di menswear segmento premium, poi il brand di maglieria St. John Knits e il retailer tedesco di abbigliamento Tom Tailor. “Marchi con DNA molto specifici. Tutti i nostri marchi sono unici – vanta Cheng con Fashion Network – . Vogliamo aiutarli a svilupparsi nel loro Paese d’origine e sul mercato cinese, visto che il loro business in Cina è insignificante. Noi non gestiamo i marchi come fanno gli investitori. Operiamo come una vera azienda, con una visione a lungo termine”. (mv)
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