Aeffe, Hugo Boss e Ralph Lauren combattono, con alterni risultati, contro gli effetti della pandemia Covid-19. Il canale online e il mercato cinese rappresentano le uniche due risorse in un periodo critico.
Aeffe, Hugo Boss e Ralph Lauren
Il Gruppo Aeffe controlla marchi quali Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini, Moschino (a destra, nell’immagine tratta da moschino.com) e Pollini. La società ha chiuso il primo semestre 2020 con ricavi consolidati a 118,9 milioni di euro, -31,4% sia a cambi correnti che costanti. Nel periodo aprile-giugno i ricavi sono scesi del 40%. Un declino che la società attribuisce “al rinvio di una parte delle spedizioni oltre il 30 giugno 2020”. I primi sei mesi si sono chiusi con una perdita netta di 10,9 milioni di euro, rispetto all’utile di 5,1 milioni di euro del primo semestre 2019. I ricavi della divisione calzature e pelletteria (che valgono il 35% del totale) hanno segnato una contrazione del 21,4% a cambi sia correnti sia costanti. Una riduzione minore della divisione prêt-à-porter, che ha perso il 33%. A livello di marchi, e a cambi costanti, Moschino, che pesa per il 79% del fatturato complessivo, ha ceduto il 27,5%, mentre i ricavi di Pollini sono scesi del 39,6%. Aeffe ha intrapreso varie azioni per far fronte a questo momento. Tra queste, come ha ricordato il suo presidente esecutivo Massimo Ferretti, c’è “l’ampliamento della base produttiva in outsourcing per assicurare la puntualità delle consegne relative alle collezioni A/I 2020” oltre a investimenti nella strategia digitale.
Per i tedeschi non va meglio
Cina e soprattutto online mitigano, intanto, il calo di Hugo Boss. La casa tedesca (nell’immagine, a sinistra, un capo in pelle scamosciata tratto da hugoboss.com) ha chiuso i primi sei mesi con ricavi a quota 830 milioni di euro, ha ceduto il 38% sia a cambi attuali che costanti. Non solo: il periodo segna una perdita di 204 milioni di euro rispetto all’utile di 89 milioni di euro registrato nel primo semestre 2019. Nel periodo aprile-giugno le vendite del marchio tedesco sono scese a 275 milioni di euro, con un calo del 59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia a cambi attuali che costanti. “Il secondo trimestre è stato impegnativo come previsto. L’attenzione all’esecuzione delle misure di protezione della stabilità finanziaria di Hugo Boss – afferma Yves Müller, portavoce del board – ha prodotto una forte generazione di flussi di cassa nel secondo trimestre”. Nello stesso periodo le vendite in Cina sono cresciute del 4% su base annua. E le vendite online complessive sono aumentate del 74%. Hugo Boss non ha fornito previsioni per l’intero anno. Il gruppo esprime ottimismo sul fatto che l’ambiente di vendita al dettaglio globale continuerà a migliorare gradualmente, con impatto positivo sull’andamento delle vendite e degli utili nella seconda metà dell’anno.
“Una straordinaria sfida”
Le vendite di Ralph Lauren registrate da aprile a giugno (primo trimestre del nuovo esercizio fiscale) sono diminuite del 65,8% a 487,5 milioni di dollari (-65% a valuta costante). La stima media degli analisti prevedeva un fatturato di 615 milioni di dollari. La perdita netta è stata di 127,7 milioni di dollari, rispetto all’utile netto di 117,1 milioni di dollari un anno fa. Una perdita superiore a quella ipotizzata dagli analisti. “Gli ultimi mesi hanno segnato un periodo di straordinaria sfida, ma anche di agilità e resilienza – dice Patrice Louvet, presidente e CEO di Ralph Lauren –. Prevediamo che i risultati per il secondo trimestre e per l’intero anno 2021 subiranno un impatto negativo dalla pandemia e dalla prolungata ripresa della domanda”. Ralph Lauren è più esposto alla crisi sanitaria rispetto ad altre aziende di abbigliamento poiché le sue giacche, cappotti e abiti sono progettati per occasioni sociali o formali, ha affermato Neil Saunders, amministratore delegato della società di ricerca GlobalData Retail, a Reuters. (mv)
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