Hanno visto Piccioli da Gucci, che ancora cerca un’identità

Hanno visto Piccioli da Gucci, che ancora cerca un’identità

Il primo luglio hanno intercettato Pierpaolo Piccioli da Gucci e la cosa non può passare inosservata. Certo, il gossip di per sé non significa da solo contratti in vista tra lo stilista ex Valentino e il brand ammiraglio del gruppo Kering. Ma assume una particolare rilevanza perché arriva quando, a circa un anno dal debutto del suo pupillo Sabato De Sarno alla direzione creativa, la stessa Gucci fatica a ricalibrare la propria identità nel campo del lusso discreto. La maison negli ultimi lustri passando da Tom Ford, Frida Giannini e Alessandro Michele, si è trasformata più volte cambiando pelle e clienti. Un navigare in mare aperto che ha diluito la riconoscibilità del brand. Si ha la sensazione che De Sarno sia in sella ancora da poco, ma per i ritmi della moda un anno equivale a un’era geologica. E se all’inizio stampa e mercati erano possibilisti o almeno attendisti, oggi sempre di più si chiedono dove stia andando (e se si stia muovendo) Gucci.

Mai la stessa immagine

Negli ultimi anni l’immagine di Gucci ha subito cambiamenti radicali, passando da quella glamour del periodo di Tom Ford a quella massimalista e decorativa di Alessandro Michele. Fino all’ultimo capitolo firmato De Sarno, che sta trasportando il brand verso un minimalismo composto e dal design semplice. Secondo Bloomberg, la visione creativa di De Sarno è in linea con la strategia di François-Henri Pinault, amministratore delegato di Kering, che starebbe provando a riposizionare Gucci in una fetta di mercato più esclusiva, equiparando il marchio agli altri players del lusso.

 

 

La differenza sui prodotti

Durante il formidabile exploit della gestione Michele Gucci avrebbe potuto trasformare alcuni suoi best seller in prodotti iconici. Peccato che non ci sia riuscita. Parliamo per esempio dei famosi mocassini col pelo o della Dionysus Bag, entrambi molto amati dai più giovani e utilizzati da molte celebrities. Ebbene, sono stati i fenomeni commerciali di una stagione, ma non sono diventati simboli del marchio. La ragione sarebbe nella declinazione degli stessi modelli in molteplici varianti che hanno annacquato l’idea creativa generale, allontanando il marchio dal concetto di prodotti di lusso senza tempo. Non solo. Ai direttori susseguitisi Bloomberg imputa la colpa di aver svuotato Gucci della sua vera essenza, lasciando un marchio che non ha una vera identità e che rischia di cadere nel dimenticatoio.

Che ci faceva Piccioli da Gucci?

La domanda che si fanno tutti però è se Sabato De Sarno riuscirà a risollevare le sorti di Gucci. Ad alimentare le voci di un possibile affiancamento (o avvicendamento) ci ha pensato (involontariamente) Piccioli, che è stato avvistato il primo luglio nel quartier generale di Gucci in Via Mecenate a Milano, come riporta Fashion Magazine. La coincidenza è quantomeno curiosa, dato che già ad aprile Piccioli e sua moglie erano stati intravisti nella boutique romana di Gucci, subito dopo la nomina di Alessandro Michele come suo successore da Valentino. La trasferta milanese di Piccioli però potrebbe dipendere anche dal suo rapporto con De Sarno: è stato il suo braccio destro in Valentino e non sarebbe strano che continuino a vedersi. Poi, se davvero ci fossero contatti tra il creativo e Kering, questi avverrebbero nelle sedi della holding. Ma è pur vero che se quella milanese fosse stata solo una visita di cortesia, Piccioli e De Sarno avrebbero potuto vedersi al bar e non in ufficio. Ne sapremo di più. (dc)

Frame dal servizio di Whoopsee dello shopping di Picciloli ad aprile da Gucci

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