Il periodo, ça va sans dire, è complesso. Per la moda dell’Emilia-Romagna (e non solo) la pandemia da coronavirus è un flagello. Ma già si può discutere su quali sono i driver di ripresa da seguire, quelli su cui investire. La Cina, innanzitutto, insieme alla tecnologia e al retail. Ne parlano con L’Economia de Il Corriere della Sera Riccardo Sciutto e Massimo Ferretti, al timone rispettivamente di Sergio Rossi e del gruppo Aeffe. La premessa, coma riportano i dati della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, è il -15,1% medio dell’export dei poli emiliani della moda nel primo semestre dell’anno. Ma non c’è motivo, dicono i due, per perdere la fiducia.
I driver di ripresa
Quello che si è già fatto in campo tecnologico. E quello che si potrà fare sul mercato cinese. “L’emergenza ci ha sollecitati a far evolvere il business più velocemente: nella fabbrica di San Mauro Pascoli ora realizziamo le collezioni in 3D, senza fare campioni, mandandole subito in produzione – racconta Sciutto (nella foto a destra), riprendendo i temi già affrontati di recente –. Come ha dimostrato l’estate, bisogna essere pronti a ripartire subito e intercettare le richieste dei consumatori”. Il manager si sente anche sicuro di poter cavalcare il revenge spending nella Repubblica Popolare: “Il turista cinese che comprava in Europa ora compra in casa – continua –, e a fine anno in Cina faremo lo stesso fatturato pre-pandemia, compenseremo le perdite del lockdown cinese. Essere sbilanciati verso l’Asia è stato vincente”.
La ricetta di Aeffe
“Questa pandemia ci ha portato a privilegiare e accelerare alcuni investimenti che erano comunque parte della nostra strategia già da diverso tempo”, riconosce Ferretti (nella foto a sinistra). Quali? “In primo luogo la digitalizzazione dei nostri showroom e il rafforzamento del nostro team interno dedicato al canale online in ottica omni-channel – risponde il presidente del gruppo che gestisce, tra gli altri, Moschino e Pollini –. Queste sono modalità destinate ad essere implementate anche dopo che riusciremo a superare questa situazione di emergenza”. La strategia di Ferretti non finisce qui. “L’altro importante veicolo di investimenti è la sostenibilità – conclude –: il contributo responsabile di tutti, dall’industria ai consumatori, non è più differibile e passa attraverso una riflessione sulle conseguenze di un consumismo spinto generato dal fast fashion”.
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