I fondi vogliono Ermanno Scervino. È un rumor che si rincorre da tempo in ambienti finanziari e che i diretti interessati non solo non smentiscono, ma anzi ribadiscono. Per il marchio fiorentino, forte nell’abbigliamento e produttore anche di accessori, non è questo il momento, però, per aprire il capitale a nuovi soci. In futuro, chissà. Ermanno Scervino nel 2018 ha fatturato 96 milioni di euro. Per assecondare i piani di espansione sui mercati internazionali servono risorse.
Toni spiega perché
“Non è da mesi, ma da anni che i private equity ci fanno la corte – conferma Toni Scervino, cofondatore del brand con Ermanno Daelli –. Con alcuni abbiamo anche parlato, ma al momento non abbiamo nulla in cantiere”. Il brand, in fiera al Pitti, è troppo impegnato nell’arricchimento del catalogo per perdersi in questioni più alte. “In questo momento siamo totalmente concentrati sul prodotto – conclude –, dobbiamo fare tante cose e non pensiamo per nulla all’ingresso di un socio finanziario. In futuro vedremo, non possiamo certo dirlo ora”. I fondi vogliono Ermanno Scervino, ok. Ma devono aspettare ancora.
Leggi anche:
- Ermanno Scervino sceglie Minoronzoni per le sue scarpe: licenza quinquennale per una strategia globale
- Tu lo apriresti il capitale?
- Ricorderemo il 2019 come l’anno delle acquisizioni: eccole tutte
- Il 100% di Zuma e Casadacqua a Xenon: due concerie a un fondo
- Gruppo CMC e Lamonti Cuoio cercano partner per consolidarsi
- Aziende familiari e fondi: be’ come va in Chiorino Technology?
- Conceria Pasubio nel bilancio 2018, il primo con CVC, fattura 313 milioni