Il capitale umano? Il primo valore da tutelare quando a fine inverno è detonata la pandemia. Un asset cui dare strumenti di continuità ora che bisogna fare i conti con gli effetti su economia e società del Coronavirus. Marco Bizzarri, CEO di Gucci, e Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato del gruppo Tod’s, si confrontano con Le Figaro. E spiegano cosa hanno in mente, per il personale diretto e per quello della filiera, nel mondo alle prese con CRV.
Il capitale umano
“Non si può considerare Covid-19 una crisi passeggera: è il momento di reinventarci, anche alla luce del nostro impegno verso i collaboratori”. Bizzarri (nella foto, a destra) riconosce il contesto critico, ma (almeno dal punto di vista di Gucci) vuole mandare un messaggio ottimista: “Il mercato mostra chiari segni di ripresa – spiega –: i fondamentali del business restano solidi. Il mio impegno verso il capitale umano è ancora più forte”. Il manager fa riferimento al programma Sviluppo Filiere presentato dalla griffe con Banca Intesa. L’impegno non è solo etico, ma risponde anche a una necessità pratica: tutelare i fornitori è l’unica cosa da fare “affinché il made in Italy rimanga la nostra bandiera”, ammette.
Mr. Tod’s
“Noi abbiamo innanzitutto cercato di proteggere la salute di tutti. Siamo stati tra i primi a chiudere uffici e stabilimenti”. Se si chiede a Della Valle (nella foto a sinistra) di tornare alle settimane di fine febbraio e di inizio marzo, cioè quando Coronavirus è diventato a tutti gli effetti un’emergenza italiana, la prima cosa che racconta è l’attenzione per il personale. “Abbiamo comunque provato, anche grazie ai fondi dello Stato, a non far soffrire i dipendenti per le perdite legate al mancato lavoro – aggiunge, perché la crisi non è solo sanitaria, ma appunto socio-economica –, mantenendo quanto più è possibile ad ognuno il proprio livello di remunerazione”. Il mercato sta cambiando e la gerarchia dei valori del consumatore (presumibilmente) cambierà. Essersi dimostrati attenti al capitale sociale tornerà utile: “Credo che i prodotti responsabili – conclude Della Valle – saranno più apprezzati dal pubblico”.
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