Il fast fashion europeo sta cambiando e anche il peso di Piombo nelle strategie di OVS lo dimostra. Come racconta il CEO Stefano Beraldo a MFF, il brand affidato dal 2018 a Massimo Piombo è apripista del progressivo lavoro di riposizionamento del gruppo italiano della moda veloce. Stanno a dimostrarlo le ultime collezioni “Contemporary” e “Selection”, dove la ricerca sui materiali si è fatta più preziosa. “Il business procede spedito e abbiamo in programma un aumento dei prezzi legato a un innalzamento della qualità delle collezioni”.
Il peso di Piombo
Stando ai dati del 2022, Piombo vale 100 milioni in un fatturato di 1,125 miliardi (che diventano 1,5 con UPIM). “Il business procede spedito”, chiosa Beraldo: in virtù dei numeri e del trend, è diventato il secondo marchio dell’holding (dove compare dal 2021 anche Stefanel). I piani di sviluppo di Piombo passano anche da una nuova strategia retail: OVS distribuirà il marchio non solo nei negozi propri, ma anche nei department store. “Abbiamo aperto due corner all’interno di Galeries Lafayette a Parigi e Lione”.
Il fast fashion si sfida sulla qualità
Il primo indizio l’abbiamo avuto con Inditex, il cui bilancio 2023 è andato ottimamente grazie alle nuove politiche di prezzo. Il secondo ce lo ha fornito Alcott, che in maniera ancora parziale (a nostro avviso) ha intrapreso il proprio percorso di riposizionamento. OVS ci offre il terzo indizio che, come recita l’adagio, costituisce la prova: assediato dal basso dall’ultra fast fashion asiatico (come Temu e Shein), la moda veloce europea cerca nuova energia in alto. “Abbiamo in programma un aumento dei prezzi legato a un innalzamento della qualità delle collezioni – conclude Beraldi –. Questo perché stiamo attraendo nuovi clienti più esigenti che hanno uno scontrino medio di 60 euro contro i 40 euro dei vecchi e chiedono un’offerta premium”.
In foto due accessori in pelle di Piombo
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