SMCP, emergenza conto economico. Il primo semestre del gruppo controllato da Topsoho, società di proprietà della cinese Shandong Ruyi, si chiude a -31% su base annua. La società annuncia misure distinte perché ci sono “costi da ridurre”. Il CEO del gruppo Daniel Lalonde non si scompone. Perché “un portafoglio di marchi geograficamente ben bilanciato, una posizione forte nell’e-commerce e un’organizzazione agile”, cui si somma il prestito da 140 milioni di euro ottenuto grazie alla garanzia dello Stato francese, farebbero di SMCP un gruppo “ben attrezzato per affrontare questo difficile momento”.
Emergenza conto economico
Nella prima metà del 2020 il fatturato di SMCP è arrivato a 372,8 milioni di euro, in calo del 31%. L’utile di 17,2 milioni di euro del primo semestre 2019 si è trasformato in una perdita di 88,5 milioni quest’anno. Il margine si è ridotto anche a causa di un “mercato molto promozionale” e, in misura minore, del “deprezzamento delle scorte“. Due le note positive: il miglioramento delle vendite in Cina, che sono tornate a crescere a giugno, e vendite online in aumento del 15%. A livello di brand: Sandro ha subito un calo delle vendite del 32,5%, Maje del 34,3% e gli altri brand (il maggiore dei quali è Claude Pierlot) -32,7%.
Costi da ridurre
“I nostri risultati sono stati fortemente colpiti dalla pandemia di Covid-19 – continua Lalonde –. Ciò nonostante, abbiamo implementato forti misure per mitigare l’impatto della crisi, riducendo i costi operativi e gli investimenti, garantendo la liquidità e adeguando gli incassi”. Più in dettaglio, la società ha rinegoziato gli affitti, utilizzato lavoro a tempo ridotto, con una “gestione rigorosa della sua forza lavoro” e una “ottimizzazione costi generali e amministrativi”. (mv)
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