Sognare in grande, con i piedi ben piantati nella tradizione. Disiman Ling, giovane stilista cinese, ha portato a Lineapelle una collezione che è un ponte tra epoche: “Time Journey”. Cresciuta tra gli odori e i colori della pelle lavorata nella piccola fabbrica familiare, la stilista trasforma la materia in arte, esplorando la fusione tra passato e futuro. Un viaggio creativo che intreccia modernità e nostalgia. E tutto questo attraverso un materiale che per lei è più di un semplice materiale: la pelle, definita come la sua “personale seconda pelle”. Come ci ha raccontato nell’intervista dal titolo “Tra passato e futuro: Il viaggio creativo di Disiman Ling” sul numero di aprile del nostro mensile.
Gli inizi
Il percorso di Ling parte dalla provincia, con il sogno ambizioso di diventare designer. Nessuna scorciatoia: gavetta, studio, tentativi di ritagliarsi uno spazio nella fabbrica di famiglia, fino a un corso intensivo presso la sede cinese dell’Istituto Marangoni. Ma aspettare passivamente non è nel suo stile: tra lezioni e sacrifici, la designer inizia a lavorare in un laboratorio di abbigliamento.
Le fonti di ispirazione
La natura, l’architettura, il design contemporaneo, l’arte del passato e persino il Rinascimento italiano diventano le sue fonti di ispirazione. Ling si diverte a reinterpretare queste influenze, puntando a un’estetica che abbraccia il contemporaneo senza diventare schiava delle tendenze. Come nella collezione presentata all’ultima edizione di Lineapelle. Con “Time Journey”, dimostra una maestria nel mix&match: pelle e altri materiali che si incastrano tra passato e futuro, silhouette giovani e dettagli medievali che si fondono. Colori che da un nero iniziale si evolvono verso il blu, il verde, il grigio, fino a sfumature di rosa, azzurro e bianco.
Come nasce il capo
Il processo creativo di Disiman Ling parte da una base pratica e concreta: recuperare i pezzi migliori della collezione precedente, rivisti con nuovi dettagli, materiali e colori. E poi montagne di figurini, fino a trovare l’idea giusta. Da lì, il manichino diventa la tela su cui costruisce gli outfit, che il modellista poi rende indossabili. Risultato? Un gioco di contrasti che nasce naturalmente e senza troppe forzature.
Clicca qui per leggere la versione integrale dell’articolo
Qui per sfogliare il sommario di “Filiera Mia”
Il mensile La Conceria è riservato agli abbonati: scopri le formule di sottoscrizione
Leggi anche: