Era già noto che i conti del brand non fossero in equilibrio: a fronte di un giro d’affari da 1,1 miliardi di dollari, il quadro debitorio ammonterebbe a 600 milioni. Ma, ora che il virus travolge Brooks Brothers, il marchio statunitense della moda è nell’occhio del ciclone. Come riporta WWD, la società ha annunciato la probabile chiusura delle ultime tre fabbriche negli States. Col paradosso che uno dei più longevi brand a stelle e strisce spezzerebbe i legami con la madrepatria nella stagione del reshoring trumpiano. Ma Brooks Brothers, che dal 2001 fa capo a Claudio Del Vecchio, potrebbe perdere anche il profilo italiano: la proprietà potrebbe cambiare.
Il virus travolge Brooks Brothers
La decisione è quasi definitiva. Brooks Brothers annuncia la chiusura degli impianti produttivi di Long Island City, Garland e Haverhill. Le fabbriche del tessile-abbigliamento, che occupano nel complesso circa 600 addetti, saranno chiuse a cavallo dell’estate. Ma non è detto vada così. “Esploriamo le varie opzioni per la crescita e il successo del marchio – risponde un portavoce a WWD –. Abbiamo dato la comunicazione perché il personale possa prepararsi all’eventuale perdita di lavoro. Ma gli impianti sono molto significativi per il nostro heritage. Tutte le possibilità alternative sono sul tavolo. Le studiamo”.
Baraonda
Le novità per Brooks Brothers non finirebbero qui. La proprietà risale dal 2001 a Del Vecchio, che ha comprato il brand da Marks & Spencer per 225 milioni di dollari nel 2001. Il patron italiano, figlio di Leonardo, ha avuto il merito storico di ampliare la gamma di prodotto del marchio, oltreché i mercati. Ma la stagione italiana sarebbe vicina al suo termine. Già nel 2018, ricorda WWD, si rincorrevano i rumors sulla cessione. Malgrado le smentite, nell’autunno del 2019 l’incarico di cercare un acquirente è affidato a PJ Solomon Investment Bank. La pandemia ha anche stravolto la possibilità di trattare la cessione nelle migliori condizioni. Per questo Brooks Brothers, che si ritrova meno statunitense e meno italiana, avrebbe considerato anche il ricorso al Chapter 11.
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