In Francia la gente ha deciso: ora acquisti durabili e patriottici

In Francia la gente ha deciso: ora acquisti durabili e patriottici

Prodotti durabili, di qualità e, diciamo così, patriottici. Siamo sul piano delle intenzioni. Se a queste farà seguito anche un effettivo cambiamento dei consumi, insomma, è tutto da vedere. Ma, almeno secondo i sondaggi di mercato, in Francia la gente ha deciso: dopo lo choc del Coronavirus e in solidarietà alla manifattura nazionale, i consumi moda si orienteranno verso il made in France.

In Francia la gente ha deciso

Qualcosa si sarebbe già visto nel mercato delle mascherine: i francesi avrebbero preferito quelle prodotte nell’Esagono. E ora, virus (quasi) alle spalle, si predispongono a sostenere la produzione moda nazionale. Secondo un sondaggio Harris citato da Le Figaro, l’87% dei cittadini transalpini si dice pronto a scegliere il made in France. La quota dei consumatori patriottici era pari al 76% prima del lockdown. Per l’industria, of course, è un’opportunità. “I francesi dimostrano di avere a cuore il consumo responsabile e di prossimità, mentre gli industriali scoprono che è possibile produrre nell’Esagono a costi ragionevoli – commenta con lo stesso quotidiano Pierre-François Le Louët, presidente della federazione del prêt-à-porter femminile –. Si è compreso che è inutile far arrivare container di merci dalla fine del mondo per stoccarle in magazzino e poi svenderle sottocosto. Se le aziende vogliono contenere il prezzo finale, devono investire in innovazione”. La faccenda si colora anche di competizione: “Le maison del lusso sono i primi clienti dei nostri atelier – continua Le Louët –. Questa reciprocità, che è la forza del made in Italy, dopo in confinement deve rappresentare l’avvenire del made in France”.

Prospettive anche per la pelle

Conseil National du Cuir, la sigla che rappresenta l’industria della pelle, trae invece fiducia da una ricerca di McKinsey. Secondo gli analisti, il 20% dei francesi (non una gran quantità, a dire il vero) si dice pronta a ridurre lo shopping nelle insegne del fast fashion, a favore di prodotti nazionali e di maggiore prestigio e durabilità. Come riporta Leatherbiz, CNC si sente chiamato in causa: “Quale articolo è più longevo e di qualità, di uno in pelle?”.

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