La moda inglese alza i toni e grida al suo Governo: “Brexit ci decimerà”. In una lettera aperta a Boris Johnson, premier del Regno Unito, oltre 400 protagonisti della moda UK, hanno affermato che Brexit sta strangolando le loro “complesse supply chain”. Ma anche le relazioni internazionali che sono alla base del loro settore. E la loro sopravvivenza è talmente minacciata che, alcune aziende si stanno trasferendo in UE.
Brexit ci decimerà
Gli oltre 400 firmatari hanno chiesto “un’azione urgente” al Governo per proteggere un’industria altamente frammentata. Ma che, scrive BBC, vale 35 miliardi di sterline, l’1,6% del PIL britannico, e impiega un milione di persone. “Eppure siamo stati ignorati in questo accordo e le nostre preoccupazioni trascurate”, si legge. E i problemi maggiori ricadono su 52.000 PMI del fashion system che non possono permettersi di pagare un consulente per i nuovi adempimenti doganali.
Semplificare per sopravvivere
Helen Brocklebank, amministratore delegato di Walpole (l’associazione che rappresenta il lusso inglese), ha affermato al Financial Times che il governo deve semplificare il regime commerciale post-Brexit. E, appena si potrà, deve stimolare il commercio turistico al dettaglio. “Il lusso britannico esporta il 42% del fatturato complessivo in Europa. Molti dei nostri membri, tra cui le PMI, semplicemente non possono permettersi di continuare a vendere sui mercati europei” ha detto Brocklebank. Isabel Ettedgui, amministratore delegato del brand Connolly, rincara la dose: “Il risultato di Brexit potrebbe essere la possibile chiusura di una società come la nostra, che ha 185 anni e ha ricevuto il Royal Warrant”. (mv)
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