La nomina di Pharrell Williams in Vuitton ha dei limiti, scrive FT

La nomina di Pharrell Williams in Vuitton ha dei limiti, scrive FT

La nomina di Pharrell Williams alla guida delle collezioni Uomo di Louis Vuitton può funzionare, scrive Financial Time. Il fatto che una persona con poca esperienza di moda copra il ruolo di direttore creativo di un colosso del lusso non preclude alle possibilità di successo: ci sono precedenti illustri. Ma la testata non nasconde gli aspetti più discutibili della scelta di LVMH: se la celebrità sopravanza le competenze, quello che deriva per la moda è un messaggio frustrante.

La nomina di Pharrell Williams

Ok, Pharrell Williams è innanzitutto un musicista vincitore di 13 Grammy Awards. Ma vanta un background fashion: “Le sue incursioni nella moda lo hanno visto sfilare per Chanel – si legge su FT –, collaborare con il designer giapponese Nigo nella creazione di due brand dello streetwear di assoluto successo, nonché unire a lungo le forze con Adidas”. Rimane, però, il vizio originario: “Williams non è uno stilista”. Ma ciò non preclude le possibilità di successo. Il quotidiano britannico ricorda che “Ralph Lauren ha fondato un impero partendo dal vendere cravatte ai negozianti. Karl Lagerfeld non aveva formazione nella moda. Mentre Miuccia Prada è tornata a guidare la maison di famiglia con il titolo di dottore di ricerca in Scienze Politiche”.

 

 

I limiti

“La nomina di Pharrell Williams porta con sé – sottolinea FT – il tacito riconoscimento che, quando si parla di rapporto con il cliente, la celebrità è il fattore più importante”. Che tale riconoscimento arrivi “da una maison che da sempre promuove una narrativa legata all’artigianato e al savoir faire” è particolarmente indicativo dell’indirizzo che sta prendendo la fashion industry. LVMH aveva già avuto abboccamenti in questa direzione finanziando Fenty, la startup di Rihanna, e dando nel 2019 lo stesso ruolo che oggi ricopre Williams al compianto Virgil Abloh. Ma è una direzione rischiosa, denuncia FT, in quanto frustra chi la moda la studia, la frequenta e la coltiva. È di poco conforto pensare che a disposizione delle popstar divenute direttore creativo ci siano team dove lavorano stilisti veri. Il messaggio che passa alle giovani leve del fashion system è che è “più remunerativo investire in popolarità, che in formazione”.

In foto Shutterstock Pharrell Williams

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