Kim Jones da Burberry? Sì, ma solo se il marchio britannico è disposto a sganciare 24 milioni di sterline l’anno. Sarebbe questa la cifra richiesta dall’ormai ex direttore creativo di Fendi e Dior per approdare alla guida stilistica del marchio britannico in cerca di rilancio. Del resto, visti i continui e sempre più rapidi giri di poltrone, il lavoro di direttore creativo sta diventando sempre più senza certezze. Il tempo medio di permanenza si riduce e lo stipendio di conseguenza sale. Senza considerare i costi che deve sostenere il marchio per raggiungere un accordo col designer quando c’è un divorzio.
24 milioni di sterline
È innegabile che i mandati dei direttori creativi nell’industria della moda si stanno accorciando sempre di più in mezzo a una raffica di cambiamenti. In questo senso, l’uscita di De Sarno da Gucci dopo 2 anni è emblematica. Ma se il direttore creativo resta in sella meno tempo, è lecito attendersi delle richieste di retribuzione più alte. Ecco, allora che, secondo fonti riportate da alcuni media (tra cui Ladymax), Kim Jones sarebbe stato contattato da Burberry. Il creativo avrebbe richiesto uno stipendio annuo di 24 milioni di sterline per assumere il ruolo di direttore creativo. Ma al di là della somma, appare sempre più certo come Burberry sia l’ennesimo marchio in cerca di un nuovo direttore creativo per cambiare strada e rilanciarsi.
C’è anche la liquidazione
C’è anche un costo in più. Quello della buonuscita del direttore creativo in carica. Nel caso di Burberry, parliamo di Daniel Lee, mentre in passato alcuni esempi, pur datati, sembrano significativi. Come quando, tra il 2012 e il 2013, avvenne la separazione fra Balenciaga e Nicolas Ghesquière, quest’ultimo ha ricevuto un indennizzo per violazione del contratto (rescissione anticipata) pari a 6,5 milioni di euro. Inoltre, Kering è stata costretta a sborsare altri 32 milioni di euro per riappropriarsi delle quote del 10% della società che aveva concesso a Ghesquière quando acquistò Balenciaga nel 2001. Celebre anche la causa che Hedi Slimane intentò contro Saint Laurent e la casa madre Kering (sempre lei…). Nel 2020, il gruppo francese è stato condannato a pagare allo stilista 10 milioni di euro per la clausola di non concorrenza. Poi ne ha sborsati altri 9,3 per liquidare il suo ultimo anno di lavoro. (mv)
Leggi anche: