Nell’ipotesi base, quella che prevede lo scenario meno drammatico, nel 2020 il fatturato delle aziende italiane del fashion perde il 6,8%. In quello più pessimistico, il settore cede il 13,9%. Cerved prova rispondere alla domanda: quale sarà l’impatto sulla moda italiana di CRV? Il centro studi della società di consulenza fonda l’analisi sui modelli statistici ed econometrici sviluppati sulla propria centrale bilanci.
I due scenari
Cerved prospetta due scenari, dicevamo, per l’economia italiana in generale. Il primo è quello di base: prevede lo stato di emergenza fino a maggio, la necessità di due mesi per tornare alla normalità e l’impatto sulle economie nazionali (ma senza crisi finanziarie concatenate) controbilanciato dagli interventi di governo. In questo contesto, il fatturato generale delle imprese italiane, che senza choc nel 2020 e 2021 sarebbe cresciuto, è destinato a perdere 220 miliardi nell’anno in corso e 55 nel prossimo. Più grave è il quadro che prospetta lo scenario pessimistico. Questo ipotizza il prolungamento dello stato di emergenza per Coronavirus fino a dicembre 2020, un periodo di sei mesi (anziché due) per il ritorno alla normalità e, infine, un irrigidimento delle relazioni internazionali che comporta l’isolamento e la chiusura dei Paesi UE. In questo caso, il fatturato complessivo delle aziende italiane è destinato a cedere 470 miliardi nel 2020 e 172 nel 2021.
Quanto perde la moda italiana
La filiera del fashion non può superare indenne la tempesta del Coronavirus. Nella prospettiva base, il comparto fattura 85,5 miliardi nel 2020 e poi 91 nell’anno successivo: i due risultati rappresentano un decremento del -6,8% e del -0,7% rispetto al 2019. Sono maggiori le perdite, of course, nello scenario pessimistico. Cerved considera che in questo caso il giro d’affari si attesta a 79 miliardi nell’anno in corso e a 87,2 nel 2021. Le performance rappresentano rispettivamente il -13,9% e il -4,9% sull’ultimo anno pre-Coronavirus.
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