Londra e New York si uniscono al coro: “Produrre meno, ma meglio”

Londra e New York si uniscono al coro: “Produrre meno, ma meglio”

Londra e New York si uniscono al coro di chi chiede di trasformare la pandemia in un’opportunità. BFC e CFDA, cioè le organizzazioni della moda di Gran Bretagna e Stati Uniti, firmano un appello volto alla qualità e alla lentezza: il fashion system approfitti dello sconquasso del Coronavirus per abbandonare le pratiche fast e riscoprire quelle dell’alto di gamma. Che non sono certo improntate alla consegna continua. BFC e CFDA si inseriscono, in questo modo, nel movimento aperto da Giorgio Armani e condiviso, tra gli altri, dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e dai firmatari dell’appello di Dries Van Noten. Quello, cioè, che implora il lusso di lasciar perdere i meccanismi del fast fashion.

Londra e New York si uniscono al coro

Siamo uniti nella convinzione che il fashion system debba cambiare, ad ogni livello. Già siamo in ritardo – recita il comunicato –, ma le conseguenze del Coronavirus ci costringono a mettere in testa alle priorità il processo di ripensamento della nostra industria”. Quali sono i suggerimenti operativi? “Incoraggiamo brand, stilisti e retailer, abituati alla velocità e al ritmo incessante, a rallentare – spiegano BFC e CFDA –. A lungo ci sono state troppe consegne ed eccessiva produzione. Con i magazzini pieni, il sistema deve anche rivedere il ciclo delle collezioni ed essere molto strategico sui prodotti e sui piani di vendita”.

Meno, ma meglio

Per la moda rallentare ha, of course, un valore sostenibile: perché produrre meno comporta anche produrre meglio. “Consigliamo di non pensare a più di due collezioni l’anno – è il monito –. Permette di ricollegarsi alla creatività. Mentre un ritmo più lento offre l’opportunità di ridurre il livello stress dei team”. L’affastellarsi di capsule ha confuso le idee agli addetti ai lavori quanto al pubblico. “C’è un evidente disallineamento tra la consegna in negozio e la necessità dei clienti: il ritmo si deve avvicinare a quello delle stagioni”.

Più lenti: tutti

I vertici delle due organizzazioni non vivono su un altro pianeta, sanno perché si è arrivati a certi ritmi. Ciononostante, “pur comprendendo il bisogno commerciale delle pre-collezioni”, consigliano di tornare allo “scopo originale” dell’alta moda, cioè “offrire al consumatore belle collezioni che rappresentino l’ethos di ogni brand”. Il rallentamento riguarda tutto e tutti: “Quando si tornerà agli eventi fisici, le griffe presentino le collezioni nelle capitali della moda e durante il calendario delle fashion week – conclude l’appello –, così da evitare a buyer e giornalisti di stare continuamente in viaggio”.

Nell’immagine, tratta da londonfashionweek.co.uk, una sfilata svolta durante la London Fashion Week

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