“Non stanno entrando nei nostri negozi, non ho idea se i turisti acquistino in quelli degli altri brand, ma so per certo che dobbiamo continuare a spingere la nostra presenza al di fuori dei confini britannici. Va creato un network internazionale e aumentata la conoscenza del prodotto. Sono certo che il nostro made in England può avere successo”. Bruno Guillon, amministratore delegato di Mulberry, risponde così a chi gli chiede perché l’azienda londinese per la seconda volta in sei mesi abbia emesso un avviso ai mercati finanziari in cui si annunciano profitti in ribasso rispetto alle previsioni. Alla Borsa di Londra le quotazioni del titolo sono scivolate di quasi il 17%. Il precedente avviso risale allo scorso ottobre quando Mulberry attribuì le ridotte previsioni di incasso al rallentamento del mercato asiatico. Allora il titolo precipitò del 25%. Mulberry afferma che le vendite natalizie hanno risposto alle attese, al contrario di quelle delle settimane successive. Ma a giudizio dell’azienda, il fattore determinante è costituito dalla diminuzione della spesa pro-capite dei turisti nei negozi della capitale inglese. Il mercato domestico è infatti quello principale per il brand, sebbene le esportazioni siano in rapido aumento e Guillon abbia comunicato che, a livello mondiale, sono in programma 15/20 aperture di nuovi punti vendita. (p.t.)
TRENDING