Un report di KPMG rileva che quasi due terzi dei consumatori hanno ormai già acquisito familiarità con il metaverso. Già, perché la dimensione virtuale porta con sé sempre un certo senso di novità, l’idea di una frontiera da conquistare. Per i brand e per gli operatori della moda, invece, questa frontiera non è più tanto nuova. Ed è, oltretutto, una frontiera molto fisica. Perché il metaverso, con i suoi NFT, le sue piattaforme e (ora) le fashion week, “non è una fuga dalla realtà – si legge su La Conceria n. 4 –, ma una maniera (differente) di aumentarla”.
Una frontiera molto fisica
Il numero di aprile de La Conceria, mensile dedicato all’attualità per le imprese della filiera della pelle, si titola “Il Mondo in cui Viviamo”. Perché lo scenario internazionale si è fatto complesso. Il mercato russo è chiuso dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Paese dove fare scarpe, intanto, è diventata una forma di resistenza. La Cina, intanto, soffre le conseguenze della nuova ondata (di lockdown, più che di Coronavirus). L’Europa rimane, come spesso accade, in mezzo al guado. Mentre gli Stati Uniti si presentano come una delle poche note liete. Un mondo nel quale la dimensione digitale ha assunto un peso specifico molto reale: la metamoda esplora il multiverso.
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