Nike vola nel trimestre, il secondo dell’esercizio 2019-2020, e porta i ricavi a quota 10,33 miliardi di dollari. In percentuale: +10,2% su base annua. La crescita è tale da essere superiore alle previsioni degli analisti, ferme a 10,09 miliardi di dollari (fonte: dati IBES per Refinitiv). Stessa cosa per l’utile netto pari a 1,12 miliardi di dollari: +31,6%. L’utile per azione è stato di 0,70 dollari. In altre parole: nettamente al di sopra dei 0,58 dollari attesi dal consensus finanziario. Nell specifico della sola produzione calzaturiera, Nike ha incassato nel trimestre 6,2 miliardi di dollari: il 12% in più.
Pechino alla grande, gli USA (molto) meno
Se Nike vola nel trimestre il merito è (soprattutto) della Cina, il suo mercato più performante. A Pechino i ricavi sono aumentati del 20%. Meno brillante il “mercato interno” di Nike, cioè quello nordamericano. Qui, le sue vendite sono aumentate del 5,3%. In pratica, leggermente sotto le attese formulate dagli analisti di Wall Street. Non a caso, immediatamente dopo la pubblicazione dei dati di bilancio, le azioni Nike hanno vissuto un momento di appannamento”. A pesare sui conti USA del brand c’è una fortissima concorrenza, oltre che tutta la diatriba correlata alla Trade War.
Il commento del CEO
“Nel secondo trimestre, Nike ha dimostrato ancora una volta che l’innovazione è il suo più grande vantaggio competitivo. Trasformando le intuizioni degli atleti in prodotti innovativi e servizi digitali. Offriamo più scelta a più consumatori a un ritmo accelerato” ha commentato il presidente e CEO dimissionario di Nike, Mark Parker. “Tutto il team Nike sta alimentando il nostro attuale slancio: non sono mai stato più ottimista sul futuro di questa azienda”.
Immagine tratta da nike.com
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