Il secondo trimestre di Adidas è una batosta da -34%. Oltre le conseguenze della pandemia Covid-19, Adidas deve affrontare anche le partenze di alcuni storici dirigenti impiegati in ruoli chiave. Il punto fermo rimane il CEO Kasper Rorsted, che ha ricevuto un prolungamento del contratto di 5 anni fino al 31 luglio 2026.
Il secondo trimestre di Adidas
Adidas ha chiuso il secondo trimestre 2020, dicevamo, con un calo delle vendite del 34%. Il dato si traduce in una perdita di 317 milioni rispetto ad un utile di 532 milioni dello stesso periodo del 2019. Le vendite online sono salite del 93% su base annua. “Da tutto ciò che sappiamo oggi – ha dichiarato il CEO – la nostra ripresa continuerà nel terzo trimestre. Le prospettive di crescita a lungo termine per il settore sono diventate ancora più promettenti“.
Problemi nel management
Tra le preoccupazioni di Adidas ci sono anche le agitazioni sociali, che avrebbero contribuito a due addii. Nel luglio scorso la società ha annunciato la partenza del capo delle risorse umane globali, Karen Parkin, in azienda da oltre 20 anni. Le dimissioni sono arrivate dopo le critiche ricevute da alcuni dipendenti di colore, scrive Wall Street Journal. Tra l’altro Parkin era l’unica donna nel consiglio di amministrazione della società. Negli ultimi giorni ha lasciato l’azienda il direttore creativo globale Paul Gaudio. Secondo quanto riporta Footwear News il divorzio sarebbe stato influenzato da un commento su Instagram dello stesso Gaudiom che ha definito “anche lui una vittima” Kyle Rittenhouse, il diciassettenne accusato di aver sparato ai manifestanti a Kenosha. Infine, l’ultima partenza eccellente è quella del general manager di Yeezy, Jon Wexler, in Adidas nel 2000. Secondo Adidas, Wexler ha lasciato il marchio “per perseguire interessi al di fuori dell’azienda”. (mv)
Immagine tratta da adidas.it
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