Per l’ingresso di Quattro R in Trussardi è tutto da rifare: le banche creditrici si oppongono al piano

Unicredit, a quanto si apprende, è stata la capofila del dissenso. Le altre 5 banche creditrici di Trussardi (BNL, Intesa Sanpaolo, UBI, Banco BPM e MPS) si sono unite presto al coro del no. La conference call di giovedì 13, quella che avrebbe potuto sancire l’ingresso del fondo Quattro R nel capitale del marchio Trussardi, si è conclusa in un nulla di fatto. Stando a quanto riporta il Messaggero, i sei istituti, che lo scorso marzo hanno sottoscritto un contratto di finanziamento da 51,5 milioni per il brand e Finos, la finanziaria dell’omonima famiglia, hanno respinto il “waterfall”, cioè la scala delle priorità presentato da Quattro R. Sono diversi i punti del piano sgraditi alle banche creditrici: l’iniezione di capitale da parte di Quattro R avverrebbe con esclusione del diritto di opzione su Finos, ad esempio, mentre sul marchio gli istituti hanno invece ricevuto il pegno. Allo stesso modo “gli istituti dovrebbero concedere una corsia prioritaria nel rimborso all’intervento di Quattro R trasformandolo in una sorte di prestito super senior – si legge su il Messaggero –, e alle banche verrebbe rilasciato un floor, cioè una soglia minima del 20% nominale di recupero garantito”. L’onere del salvataggio di Trussardi, insomma, ricadrebbe tutto sulle banche, perché alla fine del percorso di risanamento Quattro R si troverebbe con l’80% di una società con (si stima) 32 milioni di ebitda. Unicredit non ha abboccato: la trattativa è da rifare, ma ci sarebbe lo spazio negoziale per raggiungere una nuova intesa.

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