Steve Madden è più forte delle avversità e cresce nel 2019 del 6,5%. Il brand USA ha fronteggiato un quarto trimestre debole e, ancor di più, il fallimento di Payless e le conseguenze della guerra commerciale. Steve Madden ora deve affrontare anche le difficoltà di approvvigionamento dalla Repubblica Popolare. Le previsioni per il 2020 restano comunque positive.
Steve Madden è più forte delle avversità
Nel quarto trimestre 2019 le entrate di Steve Madden sono aumentate a 419,6 milioni di dollari: vale lo +0,7%, meno del 2,41% stimato da Zacks secondo Nasdaq.com. Per l’intero esercizio chiuso al 31 dicembre 2019, i ricavi sono di 1,787 miliardi di dollari (+6,5%).
Soddisfazione e fiducia (entro certi limiti)
“Il 2019 è stato un anno forte per la società – commenta Edward Rosenfeld, presidente e CEO di Steve Madden –, nonostante i forti venti contrari dovuti al fallimento di Payless ShoeSource e le tariffe applicate sull’import dalla Cina”. Quali sono ora le prospettive? “Siamo cauti sulle prospettive a breve termine a causa del Coronavirus, alle tariffe cinesi e alla cessazione della licenza di calzature Kate Spade – continua Rosenfeld –. Siamo fiduciosi che la forza dei nostri marchi e il nostro modello di business ci consentiranno di far crescere gli utili“. Per l’anno fiscale 2020, la società prevede entrate in aumento tra lo 0 e l’1%, con un leggera diminuzione dell’utile per azione.
A proposito di Cina
Su Forbes, Rosenfeld ha risposto anche alle domande sull’attuale situazione della supply chain cinese. Seppur la maggior parte delle fabbriche abbiano riaperto, Rosenfeld ha sottolineato: “Anche le fabbriche aperte non lavorano a pieno regime, poiché solo un terzo o due quinti dei dipendenti è tornata al lavoro. Questa è ovviamente una situazione molto fluida, ma osserviamo, in media, ritardi di produzione di circa tre settimane”. (mv)
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