Il lusso e la calzatura made in USA aspettano di scoprire chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Trump o Biden? “Indipendentemente dal partito che vincerà le elezioni – rassicura l’analista Erwan Rambourg –, il potenziale di crescita a lungo termine del lusso negli Stati Uniti rimarrà forte”. Le associazioni calzaturiere a stelle e strisce, intanto, chiedono lo stop alla guerra commerciale con la Cina, nonché stimoli per far ripartire i consumi interni.
Vendite resilienti
Nonostante il coronavirus, le vendite negli USA, specie nel terzo trimestre, sono state più che resilienti. Rambourg spiega a Business of Fashion che il concetto di revenge spending, solitamente associato ai fatti cinesi, deve essere applicato anche ai trend statunitensi. A proposito di analogie con Pechino, “il mercato del lusso statunitense ha beneficiato, anche se in misura minore, del rimpatrio della spesa di lusso. Le famiglie benestanti abituate a volare in Europa in estate sono rimaste a casa”. L’analista afferma che “la domanda di lusso sembra incrollabile” e aggiunge che, dal suo punto di vista, negli States il mercato del lusso è ancora sottosviluppato.
Trump o Biden
Su Footwear News, i dirigenti di American Apparel and Footwear Association (AAFA) e di Footwear Distributors and Retailers of America (FDRA) hanno stilato l’elenco delle priorità da sottoporre al nuovo presidente. Steve Lamar, presidente e CEO di AAFA, oltre alla cura per il Covid-19, ha esortato il prossimo presidente “a fornire una via d’uscita al pesante fardello tariffario”. Il riferimento è, of course, a quello dalla Cina che pesa sul settore calzaturiero. Il presidente e CEO di FDRA, Matt Priest, ha fatto eco a quanti desiderano un pacchetto di stimoli per ridare vigore ai consumi e sollevare il retail. “Così potremmo iniziare a costruire più certezze per le aziende, investire, elaborare strategie e prendere decisioni sul futuro” ha concluso Priest. (mv)
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