Una griffe in pelle per raccontare Napoli (e ripartire da Napoli)

Una griffe in pelle per raccontare Napoli (e ripartire da Napoli)

Innanzitutto, rappresentare una certa idea di femminilità. Perché “l’abbigliamento in pelle, per una donna, spesso genera semplificazioni sessiste o stravolge i concetti ordinari di semplicità ed eleganza”. Ma Simona Esposito, designer classe 1989, con la sua Zimon vuole anche raccontare Napoli, la città in cui è nata e in cui è tornata dopo gli anni trascorsi tra Roma e Londra. “Quando penso di voler rappresentare in maniera perfetta Napoli nei miei design – racconta –, penso alla descrizione che farei del primo abito della collezione, il mio preferito, l’abito Zimon”. Perché? “La scollatura è generosa, proprio come la sirena Parthenope – risponde – che, come narra una leggenda, venne amata e rispettata per la generosità che aveva dimostrato verso coloro che approdavano in città”.

Il percorso formativo

Napoli, Roma, Londra e, di nuovo, Napoli. Quella di Simona Esposito, dicevamo, è la storia di un ritorno. La prima tappa è stata nel 2009 la Capitale. Nel Regno Unito, poi, si trasferisce nel 2013, per diplomarsi al Central Saint Martins. “Roma mi ha sempre affascinata, i suoi colori, l’arte. Studiando lì ho iniziato a compiere i primi passi nel settore, partecipando a sfilate e collaborando con stilisti e aziende – ricorda –. La formazione alla Central Saint Martins, e in generale l’esperienza a Londra, è stata di fondamentale importanza nella mia vita professionale e personale”. Nel 2017 rientra nella città natale. “Se non avessi sofferto la lontananza dalle mie radici non avrei mai avuto il coraggio di scommettere su Napoli”.

 

La pelle di Zimon

L’idea del brand Zimon arriva nel 2019. La folgorazione sulla via della pelle è arrivata grazie agli artigiani napoletani. “Ero nella fase embrionale del progetto e mi trovavo ai Quartieri Spagnoli in un laboratorio in affitto – sono le parole di Esposito –. Ho avuto la fortuna di conoscere lì un artigiano e una macchinista della pelle. Mi hanno fatto scoprire e appassionare a questo mondo, rendendo l’utilizzo di questo materiale fondamentale per la realizzazione dei miei capi”. Il marchio si rivolge “esclusivamente a fornitori campani – spiega la fondatrice – per rispettare a pieno il made in Southern Italy, che distinguo dal made in Italy proprio per sottolineare le nostre eccellenze”.

Raccontare Napoli

Gli abiti e gli accessori di Zimon con “le loro linee minimaliste e allo stesso tempo audaci” vogliono rappresentare “una donna sicura e libera da preconcetti”, afferma la designer. Che ribadisce come i suoi capi incarnino anche lo spirito della città. “Il Top Alexandra ricorda la forma della mitra di San Gennaro – argomenta –, mentre il Marsupio Vesuvio ricorda il vulcano. Sensualità, spontaneità, semplicità, generosità e artigianalità: sono le caratteristiche che esprimono l’identità dei miei capi”.

I progetti

“Ho lanciato il brand proprio all’inizio della pandemia, ma posso ritenermi comunque soddisfatta dei risultati raggiunti, nonostante le difficoltà che ancora oggi persistono”, confida Esposito. Mentre la designer lavora a un nuovo progetto centrato sul macramè, per Zimon punta i fari sul digitale: “Sono convinta che lo shopping online si consoliderà sempre più – conclude –. Sto già elaborando nuove strategie per intercettare gli utenti online e progettare esperienze d’acquisto omini-canale”. (rp)

Foto da Zimon 

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