Un’ora di made in Italy nel programma delle scuole medie. È la proposta del presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), Carlo Capasa. Tra italiano e matematica, dunque, ci starebbe bene una nuova materia da studiare: il “made in Italy”. Una materia in più per cercare di attirare i ragazzi verso il mondo della moda. In particolare, verso l’artigianato per favorire il ricambio generazionale di cui oggi si sente tanto il bisogno.
Il ricambio generazionale
L’Economia del Corriere della Sera chiede a Capasa quale sia un problema strutturale della moda italiana. “Il ricambio generazionale nelle realtà artigianali – risponde –, alle quali attingono le maison per le loro lavorazioni”. Il problema si è acuito ed è prepotentemente emerso, sembra un paradosso, con la crisi pandemica. Capasa ha una proposta: “Inserire un’ora di made in Italy (presumibilmente nell’orario settimanale, ndr) nelle scuole medie”. Perché? “Per far capire a potenziali futuri artigiani il valore di una professione e ai futuri consumatori l’importanza della qualità”.
Un patto a tre
“Serve un patto tra aziende, sindacato e politica per raccordare scuola e mondo del lavoro”, continua Capasa. La questione del ricambio generazionale è sui tavoli di Camera Nazionale della Moda, Confindustria Moda e Governo. Per Capasa è fondamentale rafforzare i distretti per sostenere le piccole e medie imprese in difficoltà: “Se le singole PMI non possono sostenere i costi della digitalizzazione – conclude –, si può pensare a investimenti digitali del distretto. (mv)
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