La prima frase: “Per costruire una società aperta e inclusiva dobbiamo cominciare dai giovani, dalle loro energie, dalla loro voglia di futuro. La poca voglia di occupazione giovanile è il nostro valore sprecato”. La seconda: “Dobbiamo imparare a gestire la complessità, nella quale Industria 4.0 non costituisce una frattura, ma una evoluzione intensa che esalta il meglio dell’industria italiana; dove investire in conoscenza assumendo laureati non è un costo, ma un investimento”. La terza: “Dobbiamo colmare una grave lacuna, nostra di noi imprenditori: la quota di imprese italiane che non impiega laureati è pari al 41%, a fronte del 18% in Spagna e del 20% in Germania”. È una breve, ma intensa sintesi dell’intervento che questa mattina il presidente Confindustria Vincenzo Boccia ha tenuto durante l’Assemblea pubblica, davanti a una platea di circa 3.000 imprenditori e rappresentanti associativi. Valorizzazione dei giovani, lotta alla disoccupazione, innovazione e Industria 4.0 sono stati i passaggi salienti di un intervento che ha sottolineato come “lavorare in fabbrica oggi deve diventare una scelta desiderabile”. Il che, dal punto di vista dell’impresa, “comporta il dovere di assumersi delle responsabilità – ha concluso Boccia -. Serve favorire il coinvolgimento delle persone. La strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale. Dunque, costruire il futuro. Dal quale nessuno deve restare escluso, ma a cui tutti devono contribuire”. Messaggi ribaditi anche da Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, che ha espresso un forte richiamo all’europeismo e messo in guardia “dai liberisti ideologici, per salvare il vero liberismo”.
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