India, gli addetti dell’industria della carne sono in fuga e i bovini randagi diventano una minaccia

Da un lato il nuovo regolamento che, in nome del welfare animale, di fatto rende difficile (se non impossibile) il conferimento al macello. Dall’altro il nuovo regime di tassazione, che frustra quei settori (fino a poco fa sommersi) che fanno da raccordo tra allevamento e macello. A permeare il tutto, il clima di violenze che circonda gli operatori dell’industria della carne, sotto la costante minaccia dei cow vigilantes. La filiera bovina indiana è in panne. E, ad aggiungere un che di paradossale a una situazione drammatica, arriva un report della rivista The Economic Times: i bovini randagi, cioè quelli che vivono allo stato brado in città e villaggi, stanno diventando un problema pubblico. La questione è semplice: per il quadro appena evocato, chi solitamente se ne prendeva cura, smaltendo ad esempio le carcasse, non lo fa più. Gli allevatori, che non possono più macellare i capi improduttivi, li liberano. Il risultato è che il decoro pubblico risulta danneggiato, mentre le mandrie randagie si trasformano in una minaccia per le imprese agricole. I fattori recintano i campi per evitare che i raccolti vadano distrutti sotto gli zoccoli. Secondo The Economic Times, l’India è davanti a “una bomba sociale ad orologeria”.

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