Cavalli torna a sorridere. La maison ha infatti registrato nel primo semestre 2017 un incremento dei ricavi del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “Se non avessi creduto nella forza del brand e nella possibilità di un rilancio in tempi relativamente brevi, i numeri che ho trovato un anno fa avrebbero potuto farmi desistere” spiegava a fine luglio l’amministratore delegato Gian Giacomo Ferraris (nella foto) in un’intervista al Sole 24 Ore. Parole che hanno trovato fondamento nei numeri solamente un mese più tardi. Nel 2015 e nel 2016, infatti, Cavalli aveva registrato un calo del fatturato che aveva raggiunto i 155 milioni di euro ma in seguito alla ristrutturazione organizzativa, Ferraris si dice convinto che la crescita si consoliderà nel secondo semestre dell’anno. Tra i cambiamenti messi in campo, quello di concentrare l’attività nello stabilimento di Osmannoro, a Sesto Fiorentino (Firenze), anche se ciò ha comportato una riduzione dell’organico e l’affidamento esterno della stamperia. Mai in discussione, invece, il made in Italy: “Quello che non produciamo direttamente è affidato ad aziende italiane e in particolare toscane di altissimo livello – conclude Ferrari dalle pagine del Sole -. Vale per l’abbigliamento, gli accessori e la pelletteria, visto tra l’altro il know how che circonda la nostra sede di Firenze. Senza autentica italianità non avrei potuto concepire il rilancio di Roberto Cavalli”. (art)
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