E chiamatela solidarietà. Lo stilista francese Christian Louboutin ha presentato a maggio la collezione Mexicaba, un’edizione limitata (2.000 pezzi) di borse realizzate in collaborazione con le artigiane maya della penisola dello Yucatan. La capsule (che segue l’omologa Africaba) ha intenzioni sociali: vuole offrire un’opportunità alla maestria tradizionale del Messico di emergere e alle donne coinvolte di incontrare un’opportunità di lavoro. Peccato che l’iniziativa si sia ritorta contro il suo sponsor. Mexicaba è stato un successo commerciale: lanciata il 3 maggio, è andata presto esaurita. Da giorni, però, sui media latino-americani divampa la polemica. Il perché è presto detto. È emerso che per realizzare i ricami di una borsa venduta al pubblico al prezzo di circa 1.300 euro, Louboutin (nella foto) abbia corrisposto alle artigiane maya un obolo di circa 10 euro al pezzo. Non proprio un riconoscimento da commercio equo e solidale. Fonti vicine allo stilista non hanno tardato a farsi sentire. Hanno spiegato che nell’operazione è previsto anche che il 10% dei ricavi di Mexicaba vada alla Fondazione che ha fatto da tramite tra Louboutin e le comunità messicane: la quota servirà a finanziare iniziative di cui le stesse artigiane beneficeranno. Allo stesso modo la griffe ha chiarito che alle artigiane era chiesto solo di realizzare i ricami (con strumenti e tessuti messi a disposizione dal brand), mentre gli inserti in pelle erano prodotti da laboratori italiani e la borsa nel suo insieme finalizzata in Francia. Niente da fare: l’imbarazzo rimane. L’unica attenuante arriva dalle stesse artigiane: “Meno male che hanno venduto bene – è la testimonianza raccolta da el Universal. Questo lavoro è stato una benedizione. Sono soldi che altrimenti non avremmo visto”.
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