In Zimbabwe dicono che non è servito a nulla e, anzi, ha generato effetti paradossali. In Tanzania sta facendo marcire le pelli in magazzino. È il protezionismo africano applicato alle pelli grezze e semilavorate, applicato, come vuole un alibi diffuso, per sostenere l’industria conciaria locale. Ultimo del club di quelli che stanno subendo il boomerang protezionista, il Kenya. KVA (Kenya Veterinary Association) avrebbe, infatti, chiesto a gran voce al proprio Governo “di rivedere l’altissimo dazio sull’export di pelli grezze perché condiziona negativamente le quotazioni dei prezzi di materia prima conciaria”. Lo faranno?
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