Bob Dylan aveva un nonno calzaturiero, ha contribuito (inconsapevolmente?) a lanciare le Clarks e ha scritto canzoni che parlano di scarpe. Zigman Zimmerman, nonno paterno del neopremio Nobel per la Letteratura viveva ad Odessa, in Ucraina, dove possedeva una grande fabbrica di calzature. Vittima del pogrom del 1905, si rifugiò negli USA, a Duluth, Minnesota, città nella quale si trasformò ambulante, per poi lavorare come commesso nel reparto calzature del Fair Department Store. La passione per la calzatura fu trasmessa anche al figlio Abram, il padre di Bob Dylan (al secolo Robert Zimmerman), che da bambino fece il lustrascarpe. Lo stesso Bob Dylan, probabilmente a sua insaputa, negli anni ’60 e ’70, contribuì alla diffusione delle Clarks, che indossava spesso, come altre icone musicali e di stile del tempo. Non solo. All’interno dello storico album “The times they are a changin’” Dylan inserì il brano “Boots of spanish leather” ispirato alla fidanzata Suze Rotolo che poi lo lasciò per studiare in Italia. Alcuni attribuisono questo titolo come un’allusione al brano Gypsy Davy di Woody Guthrie che si conclude con il marito piantato in asso che chiede alla moglie di togliersi i guanti di pelle spagnola e di tornare a casa con lui. Inoltre, nel brano “I and I” del 1983 Dylan canta “Ho fatto scarpe per tutti, te compreso, / mentre io continuo a girare scalzo”. (mv)
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